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La necessità degli assoluti

Piccola, doverosa premessa: molte (se non tutte) le considerazioni che trovano spazio su questo sito nascono dallo 'studio' del mondo social e del mondo web. Vivo in una quieta provincia, non frequento salotti culturali e non ho un osservatorio privilegiato che mi consenta di ragionare di dati certi sui grandi numeri. Perciò mi limito a interpretare alcune tendenze che mi sembrano più o meno consolidate, anche a costo di ribadire banalità.

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Twitto quindi sono

Premessa doverosa: adoro i social network. Li utilizzo, mi incuriosiscono e hanno un'indispensabile utilità del tutto nuova nel mondo delle tecnologie e dei costumi. Perciò nessuna crociata contro Facebook, Twitter, Instagram, Periscope, Google+ e tutto il resto, anzi. E non voglio nemmeno denunciare la pericolosità di un utilizzo 'non consapevole' di queste nuove piattaforme: la tecnologia non è buona o cattiva. E' tecnologia. Accusare i social network sarebbe come prendersela con la matematica o con l'atomo. Dico di più. I social sono capillari e cosmopoliti: hanno una fortissima permeabilità sociale tanto che l'unica altra cosa altrettanto equa alla quale posso paragonarli è la forza di gravità. Strumenti quindi, al servizio dell'intelletto più o meno inconsapevole di chi ne fa uso. Ma è tutto qui?

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