Qualche tempo fa avevo condiviso la scoperta su quanto possa essere incredibile e vasto il mondo dei podcast scrivendo un breve pezzo a riguardo. In quell'articolo suggerivo anche l'ascolto di quattro podcast (quei consigli restano assolutamente validi): oggi rilancio e vi suggerisco l'ascolto di altre due serie podcast a dir poco stupende.
VOTO:[rating:5]
Nel 2016 mi aveva folgorato l'esordio thriller di Antonio Lanzetta, Il buio dentro, e ve ne avevo parlato qui. Meno di due anni dopo Lanzetta ci riporta tra le ferite antiche di una terra tanto stupenda quando maledetta, di luoghi capaci di meraviglie e orrori. Ci riporta a Castellaccio.
[rating:4]
Continua grazie a Netflix la mia paziente e inesorabile operazione di recupero horror e questa volta è il turno di una produzione indipendente prodotta poi dal mecenate Jason Blum e dalla sua Blumhouse. Creep mischia il found footage al mokumentary ma lo fa con una freschezza che solo certi registi indipendenti sembrano, almeno in questo momento storico, possedere.
VOTO:[rating:4]
Il cinema horror è costellato dai serial killer, da orrori capaci di mettere in ginocchio le sfortunate comunità che li ospitano. Jason Voorhees, Frederick Charles ‘Freddy’ Krueger, Michael Mayers e Charles ‘Chucky’ Lee Ray: creature talmente malvagie da aver dato vita a leggende nere, a incubi eterni.
E se dietro questi nomi, se dietro le sovrannaturali caratteristiche suggestionate dalle gesta delle quattro icone del terrore ci fossero solo uomini in carne e ossa? Se Freddy, Jason, Mike e Chucky fossero in realtà comuni assassini seriali realmente esistiti?
Ecco il semplice ma geniale presupposto che costituisce l’ossatura narrativa di Behind the Mask: The Rise of Leslie Vernon, film falso-documentario prodotto per l’home video nel 2006 e diretto da Scott Glosserman.
[rating:4.5]
Premetto che, al netto della sua discontinuità, a me Shyamalan piace molto. Ho molto apprezzato Il Sesto Senso (1999), ho letteralmente adorato Unbreakable (2000) e mi sono scoperto anche piuttosto tenero verso alcune pellicole generalmente considerate traballanti come Signs (2002), The Visit (2015) e Lady in the Water (2006). Si è anche meritato un paio di condanne senza appello, L'Ultimo Dominatore dell'Aria (2010) e After Earth (2013), perciò aspettavo con molta ansia questo Split nel quale milita anche James McAvoy, uno dei miei attuali attori preferiti. Per quanto mi riguarda, Shyamalan questa volta fa un centro colossale.
[rating:3.5]
Con un anno di ritardo ho recuperato questa pellicola diretta dal semi-sconosciuto Afonso Poyart, pellicola che vanta un cast di tutto rispetto: Anthony Hopkins, Jeffrey Dean Morgan, Abbie Cornish e la mia personale nemesi, Colin Farrell. Come spesso accade, il diavolo si nasconde nei dettagli e sono proprio i dettagli ad azzoppare un po' questo 'Premonitions' (2015).
[rating:5]
Dopo aver esplorato il mondo del fantasy e della fantascienza, Antonio Lanzetta si cimenta per la prima volta in una prova tutt'altro che semplice: la scrittura di un thriller ambientato in Italia. Il risultato è un bellissimo romanzo: sincero, spietato e quel che più conta, vero.
[rating:3]
Quando, nel selvaggio zapping, intravedo un prodotto horror non riesco a rispettare il fioretto che mi limiterebbe nelle serie televisive da seguire in contemporanea. Era successo con Sleepy Hollow , è tornato ad accadere con 'Salem' di Brannon Braga e Adam Simon, in onda su FOX. Braga non è un turista nel mestiere della scrittura: sue sono le sceneggiature di 'Generazioni' (1994), 'Primo Contatto' (1996), '24', 'Enterprise' e altre serie televisive di successo. Simon d'altra parte ha un pedigree meno blasonato composto da qualche passo falso come 'Il messaggero' (2009). Dunque, cosa aspettarsi da questo Salem?
[rating:4]
Questa analisi è stata pubblicata su Nocturno 135
LE ORIGINI Era il 1978 e mentre il mondo si stava ancora riprendendo dal meraviglioso shock che Guerre Stellari (1977) aveva da poco causato, la creatività di Brian de Palma era tutta concentrata sull’ESP (Extra-sensory perception). Solo due anni prima infatti l’allora trentaseienne regista del New Jersey aveva portato sul grande schermo ‘Carrie’, tratto dal primo romanzo di Stephen King (pubblicato nel 1974). E’ il 1978 quando, forte del successo che Sissy Spacek aveva contribuito ad assicurargli, Brian de Palma decide di saldare il conto con gli scatenati poteri mentali che tanto terrore avevano inflitto al grande pubblico, americano e non. La struttura di base di ‘Fury’ ha diversi punti in comune con ‘Carrie’: adolescenti per protagonisti (la stessa Amy Irving che in ‘Carrie’ aveva una parte secondaria ora de Palma la sceglie come cooprotagonista) e l’isolamento che il manifestarsi di poteri ESP infligge ai portatori di questi misteriosi talenti. Ma a differenza del suo predecessore qui vengono accantonate la casualità e l’impatto religioso di questi fenomeni in favore di un approccio più complottista e intrigante. Il MORG (Multiphasic Operations Research Group) è un’organizzazione governativa che si occupa, tra le altre cose, di indagare proprio sull’ESP e di imbrigliarne il potenziale distruttivo. Ed è proprio da qui che si parte.