Sono entrato in sala fresco di visione dell'originale Suspiria di Dario Argento ma non mi aspettavo che il film di Guadagnino cercasse in nessun modo di ripercorrere i passi dell'originale è così è stato. Se l'impianto di base è più o meno il medesimo (studentessa americana che arriva in Germania per perfezionare le sue doti di ballerina presso una prestigiosa accademia di danza), se le coordinate mistiche hanno la stessa impronta definita da Dario Argento nel suo Suspiria, tutto il resto prende direzioni decisamente differenti.
Mi sono avvicinato alla serie Netflix di Hill House con un certo timore, lo stesso timore che chiunque abbia letto il libro ha provato al pensiero di vedere il complesso capolavoro di Shirley Jackson deformato (e forzato) in una serie televisiva con tempi e ritmi diversi di quelli di una solidissima narrazione. Fortunatamente Mike Flanagan, regista che apprezzo molto (suoi sono, tra gli altri, Oculus e Somnia), ha deciso di percorrere una strada diversa. Hill House, una casa che definire infestata è decisamente riduttivo, è 'solo' ambiente e suggestione. Nessun personaggio (a parte qualche doveroso omaggio), nessuna situazione riadattata, di fatto una storia nuova che sceglie come ambientazione la tremenda casa fatta di corridoi, angoli scuri e presenze sinistre.
Ho aspettato di avere quattro casi di studio sul fantastico targato Netflix prima di provare a mettere nero su bianco le impressioni che già con un paio di titoli a disposizione avevano iniziato a vagare nella mia coscienza periferica. Quattro film (parlo solo di film, tengo le serie tv fuori da questo ragionamento) piuttosto diversi da loro ma sufficientemente simili da poter trovare un denominatore comunque, una sorta di marchio di fabbrica della N rossa.
VOTO:[rating:4]
Finalmente. E' la prima parola che mi è uscita dalla testa durante e dopo la visione di A Quiet Place, esordio fanta-horror del poliedrico John Krasinksi che qui è sceneggiatore, regista, interprete e marito (dentro e fuori dal set) della bella e brava Emily Blunt. Perché 'finalmente'? Perché A Quiet Place riesce a ibridare in modo molto equilibrato tutti i mattoncini costituenti il DNA del nobile genere horror.
L'Adepto è una brevissimo racconto inedito ispirato al mondo del mio romanzo La terza memoria ed è nato con un duplice scopo. Il primo è quello di divertirmi tornando nell'Italia post apocalittica che ho inventato come ambientazione del romanzo. Il secondo è (sarebbe) quello di stuzzicare chi ancora non ha letto La terza memoria e magari accompagnarlo verso il romanzo. Il primo scopo l'ho raggiunto. Vediamo se qualcuno mi aiuterà a raggiungere anche il secondo. L'immagine qui sopra è la bellissima illustrazione che Franco Brambilla ha fatto per la copertina di Urania.
E' un po' che marino questa rubrica, anche agevolato dalla sua natura squisitamente aperiodica: l'ultimo aggiornamento risale al 2 ottobre 2017 ed è da lì che ripartirò. Perciò, dove eravamo rimasti e dove stiamo andando?