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RECENSIONI TV – AMERICAN HORROR STORY – ASYLUM

Dopo l'ottimo Dead Set di qualche anno fa ho deciso di impegnare un po' del mio tempo in un'attività alla quale normalmente mi concedo molto poco: le serie tv. E da appassionato horror ho pensato di farlo incrociando i guantoni con la seconda stagione di 'American Horror Story' (lo ammetto, la prima non sono riuscito a recuperarla) in onda su Sky. Premetto che per il momento ho visto i primi tre episodi e che quindi la valutazione complessiva della stagione richiederà un supplemento, tra qualche settimana.

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RL – ‘Il Traghettatore’ di W. Peter Blatty

Quando si sfogliano le prime pagine di un romanzo (breve) scritto dall'autore e sceneggiatore de 'L'Esorcista, (1973)' l'aspettativa non può essere che due o tre gradini più alta del normale. In più, quando le prime pagine non convincono, scatta quel meccanismo di 'ricerca della rivalsa' per cui ci si aspetta, da un momento all'altro, che il romanzo decolli. E se questo non dovesse succedere?

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RF – ‘The Possession’ di Ole Bornedal

Se dovessi pensare a un filone cinematografico del quale è stato detto molto e nel quale investirei poco o nulla, uno dei primi che mi viene in mente è quello delle pellicole a tema 'possessione'. Per due motivi: il primo è il confronto impari con il capostipite nominale di tutto, 'L'Esorcista' (1973) di William Friedkin. Il secondo è l'indelicato abuso al quale il tema demoniaco è sottoposto negli ultimi anni. Film come 'Il Rito' (2011) e 'L'altra faccia del diavolo' (2012) hanno affossato ogni entusiasmo e ogni spiraglio di originalità.

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[Recensioni libri] – ‘Muri di carta’ di John Ajvide Lindqvist

VOTO: [rating: 4]

La mia conoscenza con Lindqvist, lo ammetto, non è avvenuta tra gli scaffali di una libreria ma in un cinema e sotto il migliore del auspici: incrociai la trasposizione in celluloide (2008) del suo 'Lasciami entrare' letterario (2004). Era un periodo oscuro per l'horror cinematografico e rimasi del tutto deliziato dall'equilibrio, il coraggio e l'intelligenza della pellicola. Incuriosito, rincorsi allora il romanzo e non fui affatto deluso, anzi: Lidnqvist si confermava un autore illuminato. Da allora lo seguo con una certa devozione e questo 'Muri di carta' (scritto tra il 2002 e il 2005) è la sua quarta pubblicazione, questa volta sotto forma di raccolta di racconti.

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RL – ‘Notte Eterna’ di G. Del Toro e C. Hogan

E dopo un'attesa nemmeno troppo lunga, ecco finalmente il completamento della trilogia 'Nocturna' iniziata con il primo volume 'La Progenie' ('The Strain, 2009), continuata con 'La Caduta' (The Fall, 2010), che già avevo recensito, e infine conclusasi con questo 'Notte Eterna. Avevamo lasciato il mondo in pessime mani: devastato da una grappolo di esplosioni nucleari, il cui effetto principale era stato quello di condannare la Terra alle tenebre persistenti (ceneri radioattive coprono il cielo per quasi la totalità del giorno), è divenuto l'ecosistema perfetto per il 'Padrone' e per la sua orda di vampiri.

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RF – ‘BedTime’ di Jaume Balaguerò

VOTO:[rating:4.5]

Che io abbia un debole per il regista catalano, lo si può dedurre leggendo questo mio vecchio articolo di qualche tempo fa. Ma, fino a questo momento, mi ero innamorato soprattutto del suo modo coraggioso e personale di interpretare, in particolare, l'horror. Bedtime, sgombriamo il campo da fraintendimenti, non è un film horror. Ammetto che, entrato in sala, non sapevo praticamente nulla della pellicola. Da qualche parte avevo letto si potesse trattare di un film horror sull'uomo nero (e subito un terrore atavico si era impadronito di me ricordando con sgomento il vecchio 'Boogeyman' (2005) e tutti i suoi sfortunatissimi seguiti), ma avevo pochissime informazioni. Immaginavo potesse essere anche una sorta di 'Paranormal Activity' (2007), e in quel caso la curiosità di vedere l'interpretazione sicuramente molto personale del regista mi affascinava. Insomma, ero pronto a farmi stupire ancora una volta da Balaguerò, ma non ero pronto a un thriller così velenoso e subdolo.

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D-Doomsday

La Fine dunque, come paura ancestrale. L’uomo ne è vittima inconsapevole fin dalla notte dei tempi. Lo stato di vertigine che ci coglie improvvisi nel pensare alla distruzione del nostro pianeta, o al drastico cambiamento di una società dispensatrice di comfort, è peggiore di quel senso di vuoto che proviamo quando pensiamo alla nostra morte.…

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