VOTO:[rating:3.5]
Arrivo in leggero ritardo a parlare di 'The Strain', adattamento televisivo della trilogia letteraria firmata da Chuck Hogan e Guillermo Del Toro. Siamo alla seconda stagione, i protagonisti sono in campo, si aggiunge qualche comprimario e le cose iniziano a farsi più interessanti. Così come inizia il pesante scollamento dalla trama letteraria.
VOTO:[rating:2]
Non è mai piacevole dirlo, soprattutto quando si parla di cinema, ma mi ero sbagliato. Un anno fa avevo assolto 'Lo Hobbit: la desolazione di Smaug' certo che si trattasse di un capitolo inevitabilmente intermedio, forzato nella sua normalità da un primo episodio convincente e da una conclusione che sarebbe stata a dir poco fenomenale. Be', mi sbagliavo. La chiusura di questa nuova trilogia tolkeniana corrisponde al capitolo meno brillante dell'intero trittico.
VOTO:[rating:2.5]
Lo devo dire senza mezzi termini ma da Del Toro mi aspettavo decisamente di più. Non tanto dal punto di vista visivo, quando da trama, narrazione e coerenza della storia. Vero che il monolitico regista messicano ha dato del suo meglio con pellicole horror ('Mimic' - 1997, 'La spina del diavolo' - 2001 e 'Il labirinto del fauno' - 2006 e una menzione anche per 'Blade II' - 2002) e che le escursioni nel mondo fantasy hanno convinto solo a metà (i due 'Hellboy', 2004 e 2008) ma questo non giustifica la pochezza della componente narrativa di 'Pacific Rim'.
E mentre la Disney colleziona rifiuti più o meno espliciti da parte di noti registi nel tentativo di trovare qualcuno che dia vita alla Prossima Trilogia (al momento si è aggiunto a J.J. Abrahams, nel rifiuto, anche Guillermo Del Toro), noi appassionati cosa facciamo? Quello che ci riesce meglio, ovvio, speculiamo, immaginiamo, ci preoccupiamo e non vediamo l'ora di rispolverare le spade laser che dal 2005 non hanno più visto una sala cinematografica. Le cose, di sicuro, sono destinate a cambiare.