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Star Wars: Gli Ultimi Jedi – di Rian Johnson

"Provare no! Fare, o non fare! Non c'è provare!" - Maestro Yoda, Guerre Stellari: L'Impero Colpisce Ancora, 1980

Mi è molto difficile scrivere queste considerazioni, e lo è per due motivi: il primo è l'amore viscerale che nutro da trentaquattro anni per Guerre Stellari, il secondo è che comunque si tratta del capitolo di mezzo di una trilogia che si concluderà tra due anni. Perciò non scriverò una recensione, ma proverò a mettere nero su bianco i motivi che mi hanno portato per la prima volta a emergere dalla visione di un film di Star Wars confuso, disorientato e di certo non entusiasta.

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I supereroi della Justice League

Justice League – di Zack Snyder

VOTO[rating:3.5] Primo progetto corale in casa DC dove il neo-sestetto di supereroi rappresentato da Wonder Woman (Gal Gadot), Aquaman (Jason Momoa), Flash (Ezra Miller), Cyborg (Ray Fisher), Superman (Henry Cavill) e Batman (Ben Affleck) si trova ad affrontare la prima vera minaccia mondiale incarnata da Steppenwolf, dai suoi demoni e dall'eminenza grigia Darkseid. Dopo l'iniziale riluttanza i sei si uniranno contro il nemico comune consegnando ai terrestri la Justice League.

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Thor: Ragnarok – di Taika Waititi

VOTO[rating:2]

Con questo terzo film il Dio del Tuono raggiunge Iron-Man come numero di pellicole in solitaria (Captain America: Civil War era un mini-Avengers mascherato, perciò Cap resta al palo con 'solo' due titoli). Ma soprattutto continua (e forse si conclude?) il percorso isolazionista di Asgard: dopo un primo film molto terrestre, dopo un secondo film che esplorava la mitologia asgardiana e coinvolgeva la Terra in misura minore, arriviamo a Thor: Ragnarok nel quale il nostro pianeta è del tutto assente.

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[ebook] – Il Costruttore – Robotica.it

E dopo recensioni, analisi, grida di dolore e work in progress, torno a parlare di una componente fondamentale di questo sito: la scrittura. Nel dettaglio, la mia scrittura. Da martedì 24 ottobre sarà disponibile su tutti gli store un mio nuovo racconto pubblicato solo in ebook per Delos Digital: Il Costruttore.

Cosa sta accadendo ad Aaron Fanti? Perché è scosso da attacchi di panico, perché è perseguitato dalle allucinazioni? Sta piombando in un incubo? O ne sta uscendo? La vita cambia all'improvviso per Aaron Fanti, psicologo alle dipendenze del Ministero della Salute. Ansia, attacchi di panico e strani ricordi iniziano a tormentarlo fino a quando non viene rapito da un misterioso commando. Le sue visioni hanno a che fare con il Costruttore, il gigantesco sintetizzatore di cibo che sfama l'intera popolazione? Quale terribile segreto nascondono i suoi rapitori? Per Aaron Fanti inizia una lotta contro il tempo che coinvolgerà la sua salvezza così come quella dell'intera città di Bologna: una corsa disperata che lo porterà a confrontarsi con un terribile passato.

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Blade Runner 2049 – di Denis Villeneuve

Premessa: questa non è una recensione del film, o almeno non una recensione del film in senso stretto. Ho difeso e apprezzato pellicole come Star Wars: Il Risveglio della Forza o Alien: Covenant, sopportando e digerendo un fuoco di fila impietoso, una scomposizione della trama mirata a evidenziare ogni piccola incongruenza. Non ho la minima intenzione di fare la stessa cosa con Blade Runner 2049. Anche perché la gioia è nell'orecchio di chi ascolta e nell'occhio di chi guarda e la gioia non è mai una colpa o qualcosa da dover distruggere. Diciamo che questo è più un grido di dolore.

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Sul Globo d’Argento – di Andrzej Żuławski

VOTO:[rating:4.5]

La fantascienza è una delle narrazioni di genere più versatili a disposizione di autori e cineasti: può essere intrattenimento, può essere finzione, può spingere l'acceleratore sugli aspetti più scientifici o può proiettare lo spettatore qualche decennio nel futuro, indirizzando il suo potente obiettivo in direzioni meno tecnologiche. E può, in alcuni casi, diventare un affilato strumento di critica sociale.

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Poker di mummie in casa Hammer

"La morte è un incidente che produce creta. Usala, modellala, impara da lei" John Gilling

Nel 1960 il mistico mondo della cultura egizia sarebbe tornato sulle prime pagine di tutti i giornali: il presidente egiziano Nasser avrebbe deciso proprio quell’anno di iniziare i lavoro per la diga di Assuan minacciando di seppellire i millenni di storia rappresentati dai templi di Abu Simbel. A modo suo la Hammer Films anticipò i tempi rinverdendo l’interesse forse troppo accademico per le maledizioni egizie: nel 1959 il veterano regista Terence Fisher, dopo il mostro di Frankenstein e il vampiro Dracula, portò sul grande schermo la mummia, il non morto più antico.

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L’assenza del passato genera mostri

"Chi controlla il passato controlla il futuro. Chi controlla il presente controlla il passato." George Orwell

Quando l'ISIS ha iniziato a distruggere i siti archeologici non ho potuto fare a meno di ripensare alle parole di George Orwell citate qui sopra. In qualche maniera gli integralisti dello stato islamico intendevano (e intendono) riportare indietro la lancetta del tempo al VII secolo cancellando, di fatto, tutte le installazioni culturali venute dopo.

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The Circe

The Circle – di James Ponsoldt

[rating:2.5]

I segreti sono bugie

Mae – The Circle

Il tempismo nella fantascienza è fondamentale. Arrivare in ritardo rispetto a quanto sta accadendo nel mondo reale può trasformare un buon film in uno scadente documentario di repertorio. The Circle, purtroppo, arriva un pelo in ritardo e la sensazione che si ha è proprio quella di aver assistito a qualcosa di vecchio. Mae (una Emma Watson male assortita) è una giovane ambiziosa che vede la sua vita cambiare quando l’amica del cuore Glenne (Bonnie Holland) riesce a farla entrare al Circle, una grande azienda che deve i ricchi natali a un social network di diffusione mondiale. Il guru di Circle, Eamon Bailey (un Tom Hanks in versione Steve Jobs) ha le idee molto chiare sul futuro: connessione totale, condivisione totale, nessun segreto e l’ambigua gestione di una mole di dati a dir poco impressionante.

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Percezione, realtà e inganno

Lo spunto per questa riflessione nasce in tre fasi: la prima fase è stata un'ottima cena annaffiata da un buon vino rosso, la seconda il torrido caldo di queste settimane e la terza, ultima ma non ultima, la notizia di questi giorni sullo stop da parte di Facebook alla comunicazione tra due intelligenze artificiali. Scremate tutte le suggestive teorie fantascientifiche lo staff del social ha deciso di interrompere l'attività delle due IA perché queste comunicavano tra loro utilizzando un linguaggio poco comprensibile agli esseri umani. Ma non per il desiderio di ingannare i loro creatori, quanto per una mancanza di alternative: non erano state formate nel modo corretto (in sostanza, semplifico, non sapevano l'inglese) e hanno tentato di comunicare con i soli strumenti di cui disponevano. Sotto molti aspetti questo è un atteggiamento molto, molto umano.

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