Da quando, tre anni fa, sono entrato tra gli eletti autori italiani di fantascienza che hanno avuto il merito e la fortuna di vedere una loro opera pubblicata dalla prestigiosa collana Urania (Mondadori), ho subito dovuto fare i conti con una buona dose di critiche che, incessanti, travolgono più o meno chiunque debutti su Urania. Da Evangelisti (escluso) in poi. Chiedo subito scusa se questo assunto temporale non è corretto al 100% ma grossomodo lo spartiacque è quello. Il dibattito è serrato e ha picchi di intensità in corrispondenza alla pubblicazione di un autore italiano ma in realtà la tematica della 'fantascienza all'italiana' trova spazio un po' dappertutto, sia in termini di tempo che di luogo.
[rating:2]
Questa recensione è stata pubblicata su Nocturno 120
Prendiamo un rozzo ma efficientissimo combattente, capace di tenere testa ai peggiori criminali, e diciamo che proprio questo energumeno per evitare una pena durissima viene arruolato per salvare la figlia del Presidente degli Stati Uniti. Questa si trova intrappolata tra bruti pericolosi in un territorio tanto irraggiungibile quanto ostile. La prima cosa che ci viene in mente è la pellicola targata John Carpenter, ‘1999: fuga da Los Angeles’ (1996).
E alla fine, dopo vari finti spoiler più o meno volontari, l'enigma del titolo per la prossima pellicola targata Star Wars è stato svelato: l'affascinante ma troppo sofisticato 'The Ancient Fear' è stato sostituito dal certo e impattante 'The Force Awakens'. Un bene, un male o è presto per dirlo? Di sicuro la terza ipotesi ma perché non speculare un po' in attesa del primo teaser trailer?
[rating:4.5]
Alla fine, è arrivato. Il manifesto dell'amore che Nolan nutre nei confronti dello spazio, della fantascienza e dell'uomo è sbarcato nelle nostre sale pochi giorni fa e ha lasciato il segno. Premetto che 'Interstellar' non è il miglior film di Nolan per un semplice motivo: questa volta il regista inglese non è riuscito a tenere lontano il suo cuore dalla regia. Accanto alla sua sublime tecnica cerebrale, questa volta si è insinuato anche il cuore di un uomo che da sempre sogna le stelle. Questo fa di 'Interstellar' un film riuscito a metà? Per niente. E' e resta un capolavoro.
[rating:5]
Questa recensione è stata pubblicata su Nocturno 138
Io penso che chiunque si innamori sia un maniaco. E' una cosa folle da fare. E' una forma di pazzia socialmente accettata. (Amy, 'Lei', 2014)
Il cinema di genere ha due anime. Quella più oscura corrompe registi e sceneggiatori e li porta a confezionare prodotti sciatti, senza carattere, che hanno un unico obiettivo: sopravvivere. Quella più luminosa, invece, utilizza bene gli strumenti che il genere può offrire per interpretare il mondo, le emozioni, la vita. Per contaminare la normalità e renderla più speciale. E' questo il caso di 'Her', di Spike Jonze. Un regista eclettico che già con ‘Essere John Malkovich’ (1999), aveva dimostrato grande interesse per le sfaccettature dell’animo umano.
[rating:4]
Se non avete mai dato molto credito al detto: "La fortuna aiuta gli audaci" (troppo abusato da chi è capace di tirare tripli sei in sequenza giocando a Risiko) forse è venuto il momento di rivedere le vostre convinzioni. Perché? Perché con 'Guardiani della Galassia' la Marvel non ha solo sparigliato il tavolo delle pellicole fumettistiche seriali, ma si è anche dimostrata molto, molto coraggiosa. E la fortuna si è schierata dalla sua parte.
VOTO:[rating:2]
Era il 1977 quando l’allora illuminato genio dell’horror Wes Craves decise di portare sul grande schermo la leggenda di Sawney Bean, nella sua versione americana. Ne ‘Le colline hanno gli occhi’ (Hills have eyes, 1977) un gruppo di selvaggi, probabilmente mutati a causa dei test nucleari fatti nelle loro amate grotte, tentava di massacrare un gruppo di incauti vacanzieri. Tralasciando i talentuosi remake del 2006 e del 2007, il tema della mutazione catalizzata da radiazioni nucleari non è nuovo al cinema horror ed è anche alla base di ‘Chernobyl Diaries’, di Bradley Parker.
VOTO:[rating:1.5]
Come iniziare la recensione di un film che dura poco meno di novanta minuti e che ha l'ambizione tutta filosofica di spiegarci cosa succederebbe a un essere umano in grado di utilizzare il cento percento delle sue capacità cerebrali? Ci provo: di sicuro qualcuno con quelle potenzialità non realizzerebbe un film come Lucy.
Prima di tutto il solo fatto che la televisione di stato (nello specifico, il tanto bistrattato terzo canale) da intere settimane stia dedicando alla fantascienza mezz'ora di una delle sue fasce orarie più gettonate ha dell'incredibile. E' una cosa ai confini della realtà, mi permetto di dire. Nel dettaglio su RaiTre dalle 20.10 alle 20.40 (con piccole variazioni di orario tipiche dei nostri palinsesti) stanno trasmettendo tutte le stagioni della 'Twilight Zone' americana, serie televisiva partorita da Rod Serling che aveva debuttato sulla CBS il 2 ottobre del 1959.
[rating:2]
Continua, con questo secondo capitolo invischiato nei problemi di traduzione dei titoli (il titolo originale è "Dawn of the Planet of the Apes"), il bootmake (un incrocio tra reboot e remake) della storica saga dei primati. Se il primo capitolo ("Rise of the Planet of the Apes", 2011, 'L'alba del pianeta delle scimmie' in italiano) aveva funzionato piuttosto bene dando una lettura più fresca di come le scimmie avrebbero potuto diventare la specie dominante del pianeta (senza tirare in ballo i cortocircuiti temporale della saga classica), con questo secondo capitolo le cose si complicano. Che sia a causa della regia più chiassosa di Reeves (precettato per il prossimo sequel scimmiesco) o per colpa di una carenza di sceneggiatura, il risultato non convince.
[rating:4]
Quando sono incappato nel trailer di questo 'Edge of Tomorrow' temevo si trattasse di un altro action-movie fanta-militaresco nel quale i primi piani di Tom Cruise superavano il minutaggio complessivo delle scene di azione (come accadeva in 'Oblivion' (2013) che a dispetto del titolo mi ha lasciato un brutto ricordo molto vivido). E invece, già nei primi minuti della pellicola, le cose si sono rivelate ben più complesse. E, sotto certi aspetti, ben più semplici.
Dobbiamo pensare non come individui ma come specie. - Interstellar
Adoro Christopher Nolan e questo è un dato di fatto. Ho sempre pensato che sarebbe stato lui a raccogliere il testimone di Steven Spielberg e questo, dal mio punto di vista, è successo. Ma se siete scettici a riguardo e avete bisogno di qualche conferma in più, 'Interstellar' (in uscita il 7 Novembre 2014) è il film che ufficializza questo passaggio di consegne. Progetto cinematografico la cui pre-produzione è iniziata nel 2006 aveva sponsor di tutto rispetto: la regia doveva essere di Steven Spielberg, il soggetto di quel vulcanico demonio di Jonathan Nolan e le idee alla base della storia suggerite dallo scienziato americano Kip Stephen Thorne. Metaforicamente, 'Interstellar' diventa proprio il fatidico testimone perché nel 2013 la Warner e la Paramount danno il progetto in mano a Christopher Nolan.