Un viaggio tra redenzione e iniziazione, un road movie attraverso un’America che conosciamo perché è tremendamente vicina a quella dei giorni nostri.
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Sono passati due anni e mezzo, Dune è tornato al cinema e finalmente ho capito cosa non avevo capito di Denis Villeneuve.
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Dormono sulla collina: tra Edgar Lee Masters e Fabrizio De André.
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Un romanzo che non è un romanzo perché frantuma ogni tipo di narrazione, perché apre decine di finestre sul flusso di pensieri dell’autore e perché non ha alcun tipo di filtro.
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Tra H.G. Wells, Videodrome, eXistenZ, il dolore, l’assenza di dolore e la chirurgia: Cronenberg ci affida il suo futuro.
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Una bella contaminazione di generi, una critica social e una regia di tutto rispetto: Nope non è perfetto, ma merita di essere visto.
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Il mio punto di partenza? Il fatto che privilegi, inclusione e politically correct non sono binari solitari che viaggiano per conto proprio.
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Tutto quello che ho letto di J.C. Ballard e perché mi è piaciuto molto.
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Abbiamo un problema, anzi, ho un problema: qualcosa ha messo in stand-by il mio immaginario.
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La locanda è un luogo, o forse un non-luogo. Un posto dove arriva chi è sopravvissuto e chi è in cerca di perdono.
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Tutto quello che ho letto di George Saunders e perché mi è piaciuto molto.
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Un fiore multidimensionale che si schiude, un racconto alla volta, offrendo visioni tanto uniche quanto suggestive.
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