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[Recensioni Film] – ‘La stirpe del male’ di Bettinelli-Olpin e Gillett

VOTO:[rating:1.5]

Due sono le domande cardine che accompagnano la visione di un film del genere: cosa può raccontare l'ennesimo mokumentary a tema demoniaco/possessivo che non sia stato già detto? E ancora, quale contributo può dare al cinema horror una pellicola in aria di'Rosemary's Baby'(1968)? E due sono le risposte che, dopo aver visto 'La stirpe del male'(2014), mi sento di dare: niente e nessuno.

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[Recensioni Film] – ‘Insidious 2’ di James Wan

VOTO:[rating:4]

Realizzare il seguito di un film è sempre un percorso pieno di insidie, soprattutto se deve dimostrarsi all'altezza della pellicola precedente. In questo caso, quindi, il rischio era doppio perché il primo 'Insidious' (2010), seppure non omogeneo, aveva funzionato a meraviglia. Soprattutto con un finale classico ma aperto, che lasciava nella giusta e definitiva incertezza gli spettatori. Ma quel demonio di James Wan a differenza di altri diavoli meno dotati, sa fare pentole e coperchi.

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[Recensioni tv] – ‘Sleepy Hollow’ la serie TV

VOTO:[rating:3.5]

Non approccio con molta leggerezza alle Serie TV, anzi, le seguo con sospetto (salvo qualche eccezione come 'Il Trono di Spade' e 'American Horror Story') perché la loro stessa natura le avvicina, spesso, alla dannazione. Gli ascolti costringono ad allungare o ridurre i tempi (e quindi deformare la trama) di una serie TV con buona pace di una logica continuità narrativa tanto che ci si ritrova a giudicare una stagione separata dall'altra perché a lungo andare la serie finisce con il divorare se stessa. Però, quando sono incappato in 'Sleepy Hollow' non ho resistito: vuoi per l'illustre predecessore cinematografico, lo splendido 'Sleepy Hollow' di Tim Burton (1999), vuoi per la curiosità di capire come poteva essere incentrata la trama di una serie TV su Ichabod Crane e sul cavaliere senza testa. Ombre e luci, ma alla fine di tutto i tredici episodi della prima stagione sono stati più che gradevoli.

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[Recensioni Libri] ‘I Tre Demoni’ di John Connolly

Cosa succede se, senza saperlo, leggete un libro che poi si rivela essere il nono capitolo (autoconclusivo come i precedenti) di una saga iniziata nel 1999 e che deve ancora finire? Nella peggiore delle ipotesi faticate a reggere il passo con la narrazione, sbuffate, imprecate contro l'autore fino a quando non vi rendete conto del fatale equivoco e decidete di interrompere la lettura. Nel migliore dei casi apprezzate uno stile insolito (per esempio la scelta di rivelare dettagli del protagonista così, quasi in modo casuale, facendolo conoscere a poco poco) e l'alone di mistero che si addensa intorno a diversi punti chiave della narrazione, senza mai scoprirsi troppo.

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RF – ‘The Master’ di Paul T. Anderson

Paul Thomas Anderson non è uno di quei registi da una pellicola all'anno (da non confondersi con Paul W.S. Anderson che si dedica a generi leggermente differenti, vedi Resident Evil). E' un regista moltro introspettivo, capace di attingere a pieni mani dall'inesauribile pozzo emotivo che è l'animo umano, e in grado di confezionare un veri e propri capolavori tra i quali ne ricordo uno sopra tutti: Magnolia (1999). Anche per questo che non è così prolifico: ogni volta che si mette dietro la macchina da presa, vista la maniacale perfezione che ne caratterizza il lavoro, deve per forza uscirne prosciugato.

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RL – ‘Notte Eterna’ di G. Del Toro e C. Hogan

E dopo un'attesa nemmeno troppo lunga, ecco finalmente il completamento della trilogia 'Nocturna' iniziata con il primo volume 'La Progenie' ('The Strain, 2009), continuata con 'La Caduta' (The Fall, 2010), che già avevo recensito, e infine conclusasi con questo 'Notte Eterna. Avevamo lasciato il mondo in pessime mani: devastato da una grappolo di esplosioni nucleari, il cui effetto principale era stato quello di condannare la Terra alle tenebre persistenti (ceneri radioattive coprono il cielo per quasi la totalità del giorno), è divenuto l'ecosistema perfetto per il 'Padrone' e per la sua orda di vampiri.

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Recensioni Film – ‘Il Rito’ di Mikael Håfström

VOTO:[rating:1]

Ogni volta che un regista incrocia i guantoni con un film a tema demoniaco (nel dettaglio, con il coinvolgimento di esorcismi, annessi e connessi) l'aspettativa immediatamente schizza alle stelle. Perchè c'è un capostipite, L'Esorcista, con il quale è dura vincere il confronto e perchè in generale non è un tema facile da affrontare senza le idee molto chiare. In più se la trama ha l'ambizione di ispirarsi a fatti realmente accaduti  l'effetto 'L'Esorcismo di Emily Rose' è in agguato con il rischio di amplificarsi proporzionalmente all'ambizione del film (qui il motore narrativo è il rapporto di Lucas Trevant, esorcista gallese non molto ortosso, con Micheal Kovak, disincantato prete per obbligo e non per vocazione le cui solide convinzioni saranno messe in crisi da Baal in persona).

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