Chube ... siamo a casaDunque ci siamo. A meno di otto mesi dal debutto nelle sale del nuovo Guerre Stellari targato J.J. Abrams (e Disney) ecco che fa capolino nel cuore di tutti noi appassionati il secondo teaser trailer di Star Wars Episodio VI: Il risveglio della Forza. Che cosa è cambiato da quel fatale 28 novembre 2014 quando Abrams e il suo staff confezionarono il primo teaser? Oh, un sacco di cose. Davvero un sacco di cose.
VOTO:[rating:2.5]
Neil Blomkamp gode di un credito quasi illimitato guadagnato sul campo grazie a 'District 9' (2009) ma il grande successo al suo esordio lo ha poi costretto a doversi sempre confrontare con la dura e perfetta pellicola sui gamberoni di Johannesburg.
E il confronto spesso può essere impietoso. Era accaduto con Elysium (2013), film senza una vera anima che pagava il prezzo di una produzione ad alto budget, e purtroppo è accaduto anche con 'Humandroid' (Chappie).
[rating:1.5]
Due sono le domande cardine che accompagnano la visione di un film del genere: cosa può raccontare l'ennesimo mokumentary a tema demoniaco/possessivo che non sia stato già detto? E ancora, quale contributo può dare al cinema horror una pellicola in aria di'Rosemary's Baby'(1968)? E due sono le risposte che, dopo aver visto 'La stirpe del male'(2014), mi sento di dare: niente e nessuno.
Questo articolo è stato pubblicato su Nocturno 144
“Era figlio dei tempi in cui il mondo viveva sotto il dominio dell' oro nero, e i deserti brillavano per le fiamme delle gigantesche torri che estrevano il petrolio. Ora tutto é distrutto, scomparso. Come e perché non lo ricorda piu' nessuno; ma é certo che un immane conflitto anniento' due grandi potenze. Senza il petrolio l' uomo torno' alle sue origini primitive, e tutte le sue macchine favolose andarono in rovina” Interceptor: il guerriero della strada (1981)
Era il 1979 quando l’Unione Sovietica fece la sua sconvolgente mossa nello scacchiere internazionale invadendo l’Afghanistan, allora considerato potenza amica degli Stati Uniti d’America. La guerra fredda, un incubo che dopo i terribili anni sessanta sembrava avviato a una pacifica soluzione, tornò a gettare la sua spettrale ombra sul mondo intero. Era il 1979 quando George Miller, un giovane regista australiano di trentaquattro anni, fuse il terrore di un conflitto tra USA e URSS con la crisi energetico-sanitaria che il suo paese stava vivendo in quel periodo. Chi decide di tratteggiare un futuro distopico cavalca l’immaginazione sulla scia di un cinico what if e lo utilizza come propellente per la sua creatività. La domanda che si fece George Miller era una soltanto: cosa succederebbe all’Australia nel caso di una guerra nucleare? I tre capitolo di Mad Max (1979, 1981 e 1985) furono la risposta.
VOTO:[rating:2.5]
I Wachowskis hanno un credito infinito e un curriculum di tutto rispetto: Matrix (1999 - non tutti e tre, ma il primo basta e avanza per intere generazioni), V per Vendetta (2005 - anche se non erano loro dietro la macchina da presa), Cloud Atlas (2012). Se escludiamo la trilogia della Matrice però, i loro ultimi lavori attingono a un immaginario creativo già consolidato: V per Vendetta si rifaceva al capolavoro di Alan Moore, Cloud Atlas al romanzo di David Mitchell e Speed Racer (2008 - ma è stato volutamente escluso dai capolavori) all'omonima serie animata. Jupiter Ascending, invece, è tutta farina del loro sacco. E questo, a conti fatti, si rivela essere il vero problema del film.
[rating:5]
Il nome 'Alan Turing', per chi come me è appassionato di fantascienza, ha lo stesso effetto che la luce ha sulle falene. Attira, intriga e coinvolge. Perchè dietro all'uomo che può essere considerato il padre dei computer moderni si nasconde anche il concetto di intelligenza artificiale e di una macchina pensante. A modo suo anche 'Blade Runner', nei primi minuti, ha omaggiato Turing con una versione futuristica dei suoi celebri test. Se poi il film si rivela un capolavoro come in questo caso, l'attrazione si trasforma in adorazione.
VOTO:[rating:1.5]
Se a questa pellicola dovessi per forza riconoscere un merito, mi concentrerei sulla giovanissima età del regista: Micheal J. Gallagher è classe 1988 e al suo attivo ha, fino a questo momento, molti corti e episodi di diverse serie televisive a me sconosciute. Nel suo curriculum c'è anche un lungometraggio e, purtroppo per lui, si tratta proprio di Smiley.
VOTO:[rating:4]
Questa recensione è stata pubblicata su Nocturno 124
Nel Febbraio del 2010 uscì nelle sale ‘Amabili Resti’ (The Lovely Bones), tratto dall’omonimo romanzo e caso letterario di Alice Sebold. L’inizio della gestazione di questa pellicola però risaliva a quasi dieci anni prima quando il manoscritto incompleto era stato opzionato dalla Film4 Production. Da quel momento e per i quattro anni successivi, il progetto naufragò e ripartì diverse volte prima di finire nelle mani di Fran Walsh, Philippa Boyens e, soprattutto, Peter Jackson. Fu proprio la volontà di quest’ultimo, affascinato dalla doppia valenza fantastica ma anche realistica del romanzo, a compiere l’alchemica metamorfosi da cellulosa a celluloide.
[rating:4]
Questa analisi è stata pubblicata su Nocturno 135
LE ORIGINI Era il 1978 e mentre il mondo si stava ancora riprendendo dal meraviglioso shock che Guerre Stellari (1977) aveva da poco causato, la creatività di Brian de Palma era tutta concentrata sull’ESP (Extra-sensory perception). Solo due anni prima infatti l’allora trentaseienne regista del New Jersey aveva portato sul grande schermo ‘Carrie’, tratto dal primo romanzo di Stephen King (pubblicato nel 1974). E’ il 1978 quando, forte del successo che Sissy Spacek aveva contribuito ad assicurargli, Brian de Palma decide di saldare il conto con gli scatenati poteri mentali che tanto terrore avevano inflitto al grande pubblico, americano e non. La struttura di base di ‘Fury’ ha diversi punti in comune con ‘Carrie’: adolescenti per protagonisti (la stessa Amy Irving che in ‘Carrie’ aveva una parte secondaria ora de Palma la sceglie come cooprotagonista) e l’isolamento che il manifestarsi di poteri ESP infligge ai portatori di questi misteriosi talenti. Ma a differenza del suo predecessore qui vengono accantonate la casualità e l’impatto religioso di questi fenomeni in favore di un approccio più complottista e intrigante. Il MORG (Multiphasic Operations Research Group) è un’organizzazione governativa che si occupa, tra le altre cose, di indagare proprio sull’ESP e di imbrigliarne il potenziale distruttivo. Ed è proprio da qui che si parte.
There has been an awakening. Have you felt it? The Dark Side … and the Light
Ci siamo. J.J. Abrams ha dato ufficialmente il via alle danze. Dopo gli annunci sul cast, dopo le speculazioni sul probabile titolo e dopo il vaticinio di qualche giorno fa, 'The Force Awakens' ci ha finalmente mostrato qualcosa di sé. Come sospettavo ogni mia perplessità è stata spazzata via: unendo il sacro al profano, o viceversa, ogni resistenza si è dimostrata futile (i Borg mi concederanno la licenza). Sono riuscito a storcere il naso quando ho visto quel droide fischiettante e rotolante ma tutto si è sistemato nel restante minuto di teaser trailer. Cosa abbiamo visto?
[rating:2]
Questa recensione è stata pubblicata su Nocturno 120
Prendiamo un rozzo ma efficientissimo combattente, capace di tenere testa ai peggiori criminali, e diciamo che proprio questo energumeno per evitare una pena durissima viene arruolato per salvare la figlia del Presidente degli Stati Uniti. Questa si trova intrappolata tra bruti pericolosi in un territorio tanto irraggiungibile quanto ostile. La prima cosa che ci viene in mente è la pellicola targata John Carpenter, ‘1999: fuga da Los Angeles’ (1996).
E alla fine, dopo vari finti spoiler più o meno volontari, l'enigma del titolo per la prossima pellicola targata Star Wars è stato svelato: l'affascinante ma troppo sofisticato 'The Ancient Fear' è stato sostituito dal certo e impattante 'The Force Awakens'. Un bene, un male o è presto per dirlo? Di sicuro la terza ipotesi ma perché non speculare un po' in attesa del primo teaser trailer?