VOTO:[rating:4.5]
Premessa doverosa: amo Christopher Nolan, amo il suo cinema cerebrale all'ennesima potenza, la sua freddezza, la sua tecnica e l'equidistanza emotiva con la quale approccia ai propri lavori. Per questo anche se Dunkirk può sembrare il suo film meno nolaniano in assoluto, in realtà racchiude al suo interno molto di quello che il regista inglese ha fatto in questi anni, e per questo mi è molto, molto piaciuto.
VOTO:[rating:4]
Sembra che il vasto stuolo di cinemaniaci avverta la fortissima necessità o di demolire completamente o di esaltare all'ennesima potenza, celebrando un talebanesimo concettuale che va a braccetto con le posizioni estreme sempre più comuni nella vita di tutti i giorni. Per quanto mi riguarda l'ultima fatica di Zack Snyder non è il film dei film e non è nemmeno una cocente delusione. E' una pellicola imperfetta capace però di cose molto buone così come colpevole di qualche scivolone.
[rating:4.5]
Alla fine, è arrivato. Il manifesto dell'amore che Nolan nutre nei confronti dello spazio, della fantascienza e dell'uomo è sbarcato nelle nostre sale pochi giorni fa e ha lasciato il segno. Premetto che 'Interstellar' non è il miglior film di Nolan per un semplice motivo: questa volta il regista inglese non è riuscito a tenere lontano il suo cuore dalla regia. Accanto alla sua sublime tecnica cerebrale, questa volta si è insinuato anche il cuore di un uomo che da sempre sogna le stelle. Questo fa di 'Interstellar' un film riuscito a metà? Per niente. E' e resta un capolavoro.
Dobbiamo pensare non come individui ma come specie. - Interstellar
Adoro Christopher Nolan e questo è un dato di fatto. Ho sempre pensato che sarebbe stato lui a raccogliere il testimone di Steven Spielberg e questo, dal mio punto di vista, è successo. Ma se siete scettici a riguardo e avete bisogno di qualche conferma in più, 'Interstellar' (in uscita il 7 Novembre 2014) è il film che ufficializza questo passaggio di consegne. Progetto cinematografico la cui pre-produzione è iniziata nel 2006 aveva sponsor di tutto rispetto: la regia doveva essere di Steven Spielberg, il soggetto di quel vulcanico demonio di Jonathan Nolan e le idee alla base della storia suggerite dallo scienziato americano Kip Stephen Thorne. Metaforicamente, 'Interstellar' diventa proprio il fatidico testimone perché nel 2013 la Warner e la Paramount danno il progetto in mano a Christopher Nolan.
VOTO:[rating:2]
Raccontare qualcosa di nuovo sul tema delle intelligenze artificiali che si ribellano all'uomo non è impresa da poco. Il cinema è pieno di pellicole più o meno riuscite che si contorcono intorno a questo concetto: 2001: Odissea nello spazio (1968), War Games (1983), Electric Dreams (1984), Terminator (1984), Matrix (1999) e chi più ne ha più ne metta. Eppure Wally Pfister (già direttore della fotografia di Chris 'Re Mida' Nolan), sfruttando la sceneggiatura dell'esordiente Jack Paglen, ci ha provato. Con che risultati? 'Transcendence', a mio parere, è uno dei film più bipolari che mi sia mai capitato di vedere. Ed è anche un ottimo esempio di come NON dirigere una pellicola. Ma andiamo con ordine.
E' dal dicembre dell'anno scorso che, su questo sito, si sono aperte le danze di attesa per 'Man of Steel'. L'apice massimo è stato raggiunto qualche settimana fa, con l'uscita del trailer e finalmente siamo arrivati al fatidico giorno: il 20 giugno 2013, ieri, 'L'uomo d'acciaio' è uscito nella sale. Piccolo antefatto: sulla versione cinematografica del più antico e potente dei supereroi pende una doppia spada di Damocle. La prima deriva dall'illustre, fumettoso, ironico e scanzonato predecessore: il 'Superman' del 1978 è, a detta di molti (se non tutti) troppo perfetto per temere e tentare qualsiasi confronto. La seconda minaccia è intrinseca del personaggio: nato negli anni 30, a distanza di quasi un secolo, non è più figlio dei suoi tempi. Come lo stesso Kal-El, è profugo e riadattarlo agli anni duemila non è cosa da poco. L'ex bimbo prodigio Bryan Singer ci aveva provato fallendo miseramente, e non si trattava certo di un inesperto cineasta di quart'ordine.
Trattenere l'entusiasmo per la prossima uscita di 'Man of Steel', potenziale capolavoro firmato dal trittico Snyder, Nolane e Goyer, sta iniziando a diventare molto difficile complice, ma non solo, l'ultimo trailer che da qualche giorno sta impazzando per il web (e che troverete in coda a questo pezzo). Quasi sei mesi fa avevo tracciato leggere linee guida su come si sarebbe potuta svolgere la macro trama di 'Man of Steel': senza ricercare nessuno spoiler, ma solo alla luce di questo nuovo trailer, posso dire di aver indovinato? Certo che sì.
Pochi giorni sono passati dalla notizia che già infiamma l'attesa estiva oltreoceano: la CBS trasmetterà a partire dal 24 giugno 'Under The Dome', serie TV tratta dall'omonimo romanzo di Stephen King uscito nel 2009. Ovviamente ancora non è dato sapere se è quando la produzione firmata da Brian K. Vaughan (bimbo prodigio marvelliano e persino sceneggiatore lostiano) arriverà in Italia ma visto che ormai le frontiere delle streaming oltrepassano quelle degli stati, vale comunque la pena parlarne. Prima di tutto, da quello che ci è dato sapere, Vaughan riadatterà le quasi mille pagine del romanzo in un formato più consono ai tempi televisivi permettendosi estrema libertà nella gestione del plot (un finale differente?).
Era il 1978 quando Richard Donner portò sul grande schermo il primo e il più grande di tutti i supereroi: Superman. Lo fece reclutando il perfetto e compianto Christopher Reeve per il ruolo di Kal-el e quel geniaccio di Gene Hackman per l'arcinemico Lex Luthor.
'Skyfall' è, senza dubbio, il film su James Bond con meno James Bond mai realizzato. E non è affatto casuale ( anche se per qualcuno è sicuramente fastidioso fastidioso) che sia stato realizzato proprio nel cinquantesimo anniversario dell'agente segreto più famoso del mondo. Con questa premessa è facile intuire che, se siete appassionati del Bond vintage (e 'Casino Royale' (2006) per quanto mi riguarda appartiene a questa categoria), Skyfall vi possa far storcere il naso.