VOTO:
Quando, nel selvaggio zapping, intravedo un prodotto horror non riesco a rispettare il fioretto che mi limiterebbe nelle serie televisive da seguire in contemporanea. Era successo con Sleepy Hollow , è tornato ad accadere con ‘Salem’ di Brannon Braga e Adam Simon, in onda su FOX. Braga non è un turista nel mestiere della scrittura: sue sono le sceneggiature di ‘Generazioni’ (1994), ‘Primo Contatto’ (1996), ’24’, ‘Enterprise’ e altre serie televisive di successo. Simon d’altra parte ha un pedigree meno blasonato composto da qualche passo falso come ‘Il messaggero’ (2009). Dunque, cosa aspettarsi da questo Salem?
Tutti conosciamo (o tutti dovremmo conoscere almeno per sentito dire) il processo alle streghe di Salem che nel 1692 portò all’impiccagione di decine di persone nella piccola cittadina del Massachusetts. La serie TV si ispira proprio a quel periodo oscuro e lo fa unendo alcuni fatti storici alle visioni di Braga e Simon. Tutto ruota intorno al sommo rito, un micidiale sortilegio che dovrebbe ribaltare le sorti del conflitto sempre più manifesto tra streghe e puritani, e al rapporto tra il capitano John Alden (Shane West) e Mary Sibley (Janet Montgomery), potente strega in incognito divisa tra la sua devozione al diavolo e l’amore verso Alden.
La serie non è perfetta, anzi. Inizia azzoppata da una Salem troppo posticcia, da personaggi stereotipati e da un eccessivo indugiare su situazioni soft-erotiche che, se da un lato serve a rimarcare la falsità dei puritani di Salem, dall’altro appaiono pretestuose e forzate. Come le scene di nudo gratuito nei film horror.
Ma poi le cose cambiano. Dal settimo episodio fa la sua comparsa l’inquisitore Increase Mather (un ispiratissimo Stephen Lang), personaggio storico realmente esistito al quale Lang si ispira, che risolleva le sorti dell’intera stagione. Presentato alla perfezione nei sei precedenti episodi attraverso le parole del figlio Cotton (Seth Gabel), introdotto in modo ancora più convincente con il viaggio in nave che lo porta dall’Inghilterra all’America, è all’altezza delle aspettative create durante gli episodi precedenti.
Il suo arrivo crea scompiglio e qualifica una trama che fino a quel momento annaspava, vittima dei suoi stessi difetti e delle sue eccessive macchinazioni troppo inconcludenti. Increase Mather è il vero successo di questa prima stagione, raro esempio di come un personaggio definito alla perfezione può, in effetti, stravolgere e migliorare le sorti di un prodotto che altrimenti flirta con la neutralità.
La stagione finisce con il classico cliffhanger che sembra essere diventato il biglietto da visita di tutte le produzioni più recenti (‘Helix’, la seconda stagione di ‘Agents of S.H.I.E.L.D’, ‘Sleepy Hollow’, persino ‘House of Cards’ e ‘The Following’) ma in questo caso la sospensione è troppo eccessiva. Le trame non vengono chiuse, anzi, se ne aprono di nuove. Certe decisioni vengono somministrate allo spettatore con troppa fretta e questo finisce per rendere più indigesta la pigrizia dei primi episodi.
Insomma, se vi piacciono le streghe e i personaggi carismatici, Salem e Increase Mather fanno per voi. Ma questo potrebbe non bastare per spingervi tra le braccia della secondo stagione (prevista, negli States, per Aprile 2015).
di Maico Morellini