VOTO:
Mi sono avvicinato a questa serie con un po’ di sospetto ma c’erano tre buoni motivi per farlo. Primo: l’entusiasmo che ‘The Avengers‘ (2012) mi aveva trasmesso. Secondo: il fatto che ci fosse la mano di Joss ‘Uno di noi’ Whedon dietro la serie. Terzo: la passione per il mondo Marvel che mi anima da quel lontano 1994. Con questi presupposti erano solo una questione di tempo prima che io e gli agenti dello S.H.I.E.L.D. ci dessimo appuntamento nel mio salotto.
La partenza, lo ammetto, non è stata delle migliori. Cronologicamente la serie prendeva il via poco dopo l’invasione aliena di New York. Le prime puntate ruotavano intorno al carisma di Clark ‘Phil Coulson’ Gregg e tentavano di caratterizzare i personaggi con qualche eccesso: Fitz e Simmons non convincevano del tutto, Skye sembrava paracadutata nella serie in modo frettoloso e Grant Ward flirtava troppo con lo stereotipo del picchiatore tutto azione.
Ma superato questo scoglio (e parliamo di tre o quattro puntate sul totale di ventidue) e iniziate le interazioni con l’organizzazione criminale nota come ‘Il Centipede’ la serie, letteralmente, decolla. Tre sono le linee narrative che intrecciandosi tra loro mi hanno incollato al televisore costringendomi a una vera e propria maratona: la misteriosa Tahiti nella quale Coulson è stato guarito dalle letali ferite riportate contro Loki, il Centipede e la connessione con gli eventi raccontati nel secondo Captain America. I colpi di scena si susseguono uno dopo l’altro e già a dieci puntante dalla fine inizia un cliffhanger destinato a non perdere mai di intensità. Tutto questo senza mai abbandonare la scanzonata leggerezza che è un vero e proprio marchio di fabbrica dei prodotti Marvel e che Whedon, da appassionato fumettaro, ha ben elaborato e digerito anche nel formato della serie televisiva. Tanto da riuscire a creare anche momenti drammatici basati su quanto costruito durante tutta la stagione.
Gli attori, tutti quanti, crescono in modo esponenziale durante la serie e finiscono con l’essere a loro agio e convincenti. La presenza di pezzi da novanta come Bill Paxton e Samuel L. Jackson è dosata in modo molto saggio e il colpo di genio, come dicevo, è l’interazione di ‘Agents of S.H.I.E.L.D.’ con quanto narrato nella solida continuity cinematografica.
Tutte le trame vengono chiuse? Assolutamente no, e questo per un prodotto televisivo ispirato ad alcuni dei fumetti più longevi del mondo non è affatto un male, anzi. Con questi presupposti l’idea che la prossima stagione possa integrarsi con ‘Avengers: Age of Ultron’ (2015) o con uno dei film Marvel in uscita l’anno prossimo (Ant-Men, per esempio) è a dir poco stuzzicante e amplia il progetto Disney-Marvel di portare, nel senso più seriale del termine, i fumetti al cinema.
Rischi? Uno soltanto, per come la vedo io: che per qualche motivo Joss Whedon allenti la presa (o venga sostituito), non intervenendo in nessun modo nella prossima stagione. Trovare qualcuno così marvelliano, nell’animo e nello spirito, non è impresa da poco.
di Maico Morellini