Quando ho iniziato a leggere questo romanzo non avevo proprio idea di cosa aspettarmi. Non conoscevo l’autore e da un po’ di tempo non mi capitava di incrociare il cammino con uno scrittore che decidesse di portare avanti un ambizioso progetto di fantascienza militare.
‘Gli ammutinati dell’astronave’ ha sia pregi che difetti ma la somma dei due è sbilanciata verso i pregi. Per prima cosa è molto scorrevole, ci sono tantissimi dialoghi, alcuni dei quali anche divertenti, e questo rende veramente fluido l’impianto narrativo. L’immaginazione di Resnick (che non è un principiante e ha una carriera assolutamente eclettica) è vulcanica: si impegna nel definire mondi e razze, tratteggiandoli a volte in modo superficiale ma comunque convincente, e ci descrive un impianto socio politico attraverso le azioni di Wilson Cole che nelle ultime pagine assume una dimensione più completa e inquietante. In più l’intero romanzo, oltre un affresco da Space Opera, contiene una forte critica sociale. Nel mirino di Resnick l’opinione pubblica e la sua manovrabilità da parte dei media, la necessità antica quanto il mondo di creare eroi per poi distruggerli, e un apparato militare che basa la sua sopravvivenza sulla necessità di apparire infallibile a costo di dimostrarsi ottuso.
Insomma, parliamo di una fantascienza anche alta e impegnata: tra l’altro il progetto narrativo di Resnick è molto ambizioso, perciò a maggior ragione meritevole di rispetto.
In più la parabola narrativa dell’eroe anti-eroe Wilson Cole si conclude bene, chiudendo alla perfezione il cerchio di una disillusione tipica delle persone giuste in un mondo dominato da interessi che vanno in netto contrasto con la giustizia.
I difetti, come dicevo, ci sono. Se i dialoghi da un lato agevolano la lettura, dall’altro tratteggiano, a volte, personaggi troppo sopra le righe. Lo stesso protagonista è superiore a tutti i suoi compagni di guerra e la sua capacità strategica e militare, insieme alla sua intelligenza molto sopra la media, ne fanno un superuomo non del tutto credibile. Le avventure di Cole, a volte, si complicano troppo e proprio per attribuire al protagonista capacità superiori, diventando un po’ ferruginose e contorte.
Peccati perdonabili, ma che allontano il lettore da un’atmosfera che altrimenti coinvolgerebbe molto di più.
Insomma, un buon libro e soprattutto un buon inizio: vediamo dove Resnick riuscirà a portarci.
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