VOTO:
Ammetto di non avere molta dimestichezza con la fantascienza russa contemporanea. Qualche anno fa ho rotto il ghiaccio leggendo l’interessante ma riuscito a metà Metro 2033 di Dmitry Glukhovsky, poi non ho più avuto modo di incappare in altri libri di autori dell’est fino a ‘Clorofilia’ di Andrej Rubanov.
Perciò mi ha stupito solo in parte trovare diversi punti di contatto tra i due scrittori. Intanto l’ambientazione: così come in Metro 2033, anche in Clorofilia buona parte del romanzo di svolge a Mosca. E come in Metro 2033, anche nel romanzo di Rubanov una catastrofe ha cambiato il volto della capitale russa.
Se Glukhovsky aveva costretto gli abitanti di Mosca a rifugiarsi nella metro dopo un olocausto nucleare, Rubanov ottiene un risultato molto simile con uno stratagemma per certi versi speculare a quello del collega.
Mosca è invasa da una inattaccabile erba dalla dimensioni gargantuesche: enormi steli d’erba alti centinaia di metri infestano la città. E’ impossibile abbatterli, crescono a una velocità incredibile e la loro polpa è una droga naturale capace di nutrire e di donare la felicità a chi ne fa utilizzo.
La fitta foresta ha costretto gli abitanti di Mosca a uno sviluppo verticale. Ci sono enormi palazzi e più si è ricchi più si possono guadagnare i piani alti mentre i piani inferiori sono destinati ai poco abbienti che vivono all’ombra delle micidiali piante.
A completare il quadro i quaranta milioni di abitanti di Mosca vivono alle spalle del governo cinese che ha, di fatto, preso in affitto la Siberia e versa quantità ingenti di denaro destinate ai conti bancari dei cittadini russi. Nessuna necessità di lavorare, nessuna vera povertà, una società priva di scopo e obiettivi.
Il punto di vista che l’autore adotta è quello di Savelij Hertz, capo redattore de Il più, giornale potente e molto considerato a Mosca. In realtà fa qualcosa di più, noi diventiamo Hertz e per quasi tutto il libro si sviluppa un bel rapporto tra il lettore e il protagonista.
Come si può intuire la ricchezza dell’ambientazione è il vero punto di forza di questo romanzo. Rubanov fa un lavoro straordinario definendo confini sociali e politici della sua furiosa distopia. Non risparmia nessuno (l’Europa è devastata dagli immigrati, molte importanti città del mondo sono finite sott’acqua) e sferza con un’autocritica feroce la società russa del presente.
E questo, forse, è il problema più grande del romanzo. O almeno lo è per chi non comprende a pieno il presente storico di Rubanov. Questo crea un distacco dalla mano dello scrittore che diventa molto evidente nell’ultimo quarto del romanzo. E’ nel blocco narrativo finale, infatti, che viene richiesto al lettore lo sforzo più grande: non è facile empatizzare fino in fondo con Savelij Hertz e con i suoi compagni. La distopia si contorna di critica filosofico-sociale e la concretezza di fonda di Clorofilia si diluisce in qualcosa di più personale. Meno totalizzante ed epico.
Ma se non consideriamo un difetto contestualizzare un romanzo nel mondo reale dell’autore, e per la fantascienza questo non è un difetto, nel complesso Clorofilia è un libro davvero ricco, completo e profondo. Al di là delle suggestioni estetiche, l’ecosistema verticale è puro genio (mi ha ricordato in qualche modo la divisione in caste di Snowpiercer) così come le interazioni tra la ‘polpa di gambo’ e la biologia/psicologia umana.
Chiuso il libro, molto rimane al lettore e questo è di certo un sintomo di qualità-
Perché tre stelle e mezzo, allora? Perché è una media tra le quattro abbondanti dei primi tre quarti del romanzo, e le tre risicate del finale.
Comunque sia, un romanzo che vi consiglio. Ha idee fresche e per chi legge (o scrive) fantascienza le buone idee sono puro ossigeno. O meglio, clorofilla.
Editore Meridiano Zero – Collana I taglienti
Anno 2015
Genere Fantascienza
279 pagine
Traduzione di Giulietta Greppi
2 Comments
Maurizio bellagamba
Un libro che non ti lascia nulla. Insulso e prolisso oltre ogni misura. Evitabilissimo
Maico Morellini
Ciao Maurizio,
grazie del commento.
Dici? Il libro non è perfetto, anzi, è piuttosto lontano dalla perfezione. Ma qualche idea interessante ce l’ho trovata.
E con l’aria che tira, anche una sola idea originale per me vale oro!