La premessa da tenere a mente, se ci si sente in vena di perdono, è una sola: si tratta di un’opera prima. E come tale ha tutti i difetti dell’autore, esaltati dall’essere la sua prima reale esperienza letteraria.
Andiamo con ordine. Già ne ‘L’ombra del vento’ avevo notato una perfezione dei personaggi eccessiva. Facevano le cose giuste al momento giusto, e dicevano le cose migliori anche nel momento più difficile, duro, pericoloso. La sindrome dell’Eroe.
Qui questo difetto raggiunge il suo culmine massimo trasformando orfani sedicenni in personaggi eccezionali, tra l’altro in modo, a mio avviso, troppo pacchiano.
E questo, per chi ama i ‘realismo a tutti i costi’ come me, non è un difetto da poco. Poi, se ci si concentra sulla storia in sé, leggiamo tra le righe un personale omaggio dell’autore a una vastissima narrativa (e non solo) con protagonisti adolescenti che stanno per diventare uomini.
C’è Guerre Stellari (la tentazione del genitore caduto nell’ombra verso il figlio), ci sono i Goonies, forse un pizzico di Oliver Twist. C’è tutto quello che, presumo, abbia contribuito a formare l’autore nell’età che poi decide di raccontare.
Insomma, un omaggio apprezzabile al passaggio da adolescenza a maggiore età, ma un omaggio che, a conti fatti, non era necessario e che non aggiunge nulla a ciò che già esiste. Tra le altre cose, ho trovato poco comprensibile la scelta di ambientare la storia a Calcutta.
Tre su cinque, se teniamo bene a mente la premessa iniziale e perchè, comunque, lo si legge tutto d’un fiato.
1 Comment
Eli
L’ho letto anch’io, a scrocco da un’amica 🙂
Mi è piaciuto, peccato il finale un po’ triste ma ci sta