Rimaneggiare un pilastro dell’horror come ‘La Casa’ di Sam Raimi (1981) proponendo qualcosa che assomiglia tantissimo a un remake può essere pericoloso, se non persino fatale, per un regista alla sua prima prova. Anche se lo stesso Raimi insieme a Bruce Campbell (Ash) danno la loro benedizione al progetto.
La buona notizia, viste le premesse apocalittiche, è che Fede Alvarez (classe 1978) non è stato schiacciato dal peso di un progetto così ambizioso. La cattiva notizia è che ‘La Casa’ non riesce a essere più che un bell’omaggio al capolavoro di Raimi.
La storia è uno dei clichè più abusati dell’horror anni ottanta (o giù di lì) che è anche alla base dello stupefacente ‘Cabin in the woods‘(2011): un gruppo di cinque amici decide di trascorrere qualche giorno in una sperduto rifugio lontano dalla civiltà. Perchè, ci si chiede? Lo scopo è quello di aiutare la problematica Mia a superare la sua dipendenza dalle droghe: quale posto migliore che un casolare dimenticato da tutti? Il ritrovamento di un libro antico foderato in pelle umana a scritto con il sangue, però, scatenerà forze occulte il cui unico scopo è banchettare con le anime dei malcapitati.
Il motore della pellicola, perciò, non è certo originale. E già dai primi minuti Alvarez strizza l’occhio agli appassionati dell’originale anni ottanta farcendo il film di micro (e macro) citazioni. Va detto che si tratta di ammiccamenti e omaggi non fastidiosi e che, in effetti, non vengono vissuti come forzature. Riprende alcune situazioni e alcuni oggetti (la mitica motosega di Ash, per esempio) e li inserisce in una storia che sprizza sangue da tutti i pori ma che non riesce mai a toglierci dalla bocca il ferruginoso sapore di qualcosa già visto.
La vera sorpresa, che riesce a farsi largo nella storia trita e ritrita, è la mano di Alvarez. Rinunciando alla computer grafica (CGI) il giovane uruguayano si diverte con qualche virtuosismo e con una regia fresca, che omaggia Raimi, che ma aggiunge qualcosa di più moderno. Credo sia proprio l’assenza della pesantissima CGI, usata e abusata, a permettere uno svolgimento più ‘di mestiere’ da parte di Alvarez. Se non devi fare i conti con lunghe sequenze a computer create per ottenere la massima spettacolrità possibile, ecco che l’occhio dietro la macchina da presa vede cose che normalmente il blu screen tende a nascondere. E questo Alvarez riesce a farlo, divertendosi pure.
Perciò, un remake de ‘La Casa’ era davvero necessario? Se cerchiamo originalità o qualcosa di diverso nel panorama horror, proprio no. Se invece lo consideriamo come un trampolino di lancio per Alvarez centra il bersaglio: sono proprio curioso di vedere il suo prossimo film.
In più il doppio annuncio di un sequel, oltre che di un futuro ‘Army of Darkness 2’ marchiato Sam e Ted Raimi, mi fa sospettare che ‘Evil Dead’ sia anche una bella manovra per riportare il filone anni ottanta nel ventunesimo secolo. E visto come questo ‘Evil Dead’ è stato accolto da pubblico e critica, pare che la cartuccia sparata da Raimi sia arrivata a destinazione.
Aspettiamo fiduciosi.
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