Uno degli assiomi più intoccabili del perfetto cinefilo è: quanto ti piacerà un film è inversamente proporzionale alle aspettative che avevi entrando in sala. Se questa legge è prontissima a essere smentita quando ci si trova davanti a veri e propri capolavori nei quali addirittura le aspettative vengono superate, la sua validità è invece del tutto confermata in ‘Battleship’.
Perciò, entrato in sala, non mi aspettavo di certo un capolavoro. La predisposizione era quella di lasciarsi trascinare senza riflettere troppo in un conflitto navale tra uomini e alieni attraverso un onesto (perchè non c’è nessun ipocrita sforzo di nasconderlo) spottone sulla marina americana e sul suo eroismo. In più il marchio ‘Hasbro‘ tra i produttori oltre che alla base l’idea che dà origine allo script non poteva che rafforzare lo spirito civettuolo con il quale mi sono seduto sulla poltrona. A chiudere il cerchio altri tre elementi: la regia di Peter Berg, specializzato in pellicole dalla robusta componente action, la presenza di Rihanna al suo debutto come attrice e il placidamente inespressivo Taylor Kitsch appena tornato da Marte dopo ‘John Carter’ nel ruolo di un tenete di vascello tanto disobbediente quanto eroico.
Eppure, come dicevo, tenendo bene a mente queste cose il film non può deludere. Ammetto che adoro le avventure navali, siano esse galeoni o navi da guerra moderne, perciò Battleship andava a toccare altre corde scoperte, ma comunque ha una sua dimensione di grande intrattenimento. L’inizio zoppica nel tentativo di creare una vera e propria storia da seguire, oltre gli scontri navali, e gli alieni da un punto di vista strategico e intellettuale non sono affatto dei geni
Ma è anche vero che queste non sono domande da porsi. Bisogna lasciarsi trasportare dall’azione e dal concept visivo degli alieni che è impressionante e coinvolgente. E il film riesce, per le due ore e poco più della sua durata, a sospendere l’incredulità anche se appena usciti dalla sala questa esige il suo tributo e inizia, anche se non sollecitata, a trovare falle narrative un po’ ovunque. Il cast è piuttosto ingessato ma come dicevo gli alieni e le battaglie richiedono comprimari che volino sotto il radar, per non farci pensare troppo.
Insomma, per riassumere, si tratta di un action movie in piena regola in cui tutto orbita intorno alla potenza visiva della razza aliena. Nessuna spiegazione se non uno scambio telepatico alla ‘Independence Day‘, nessuna motivazione ma solo uno sano scontro in quella Pearl Harbour di storica memoria.
Due note di colore: il Giappone riesce a battere a calcio gli USA nella partita di pallone più inutile del cinema. E nei titoli di coda è nascosta una delle sorprese meno sorprendenti del cinema. Povera Scozia.
A ogni modo, se vi piace il genere, io lo consiglio.
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