VOTO:
Due sono le domande cardine che accompagnano la visione di un film del genere: cosa può raccontare l’ennesimo mokumentary a tema demoniaco/possessivo che non sia stato già detto? E ancora, quale contributo può dare al cinema horror una pellicola in aria di’Rosemary’s Baby'(1968)? E due sono le risposte che, dopo aver visto ‘La stirpe del male'(2014), mi sento di dare: niente e nessuno.
Il motore narrativo del film ha la stessa originalità della quarta ristampa di un pessimo romanzo. Una coppia di giovani sposini americani decide di trascorrere la luna di miele a Santo Domingo e proprio la notte prima di ripartire un tassista ficcanaso li porta a una sorta di rave party dove i due bevono parecchio. Il mistero di quello che accade loro durante la festa è affidato al solito filmato registrato dalla videocamera del marito. Un rito satanico? Una iniziazione demoniaca? Strani simboli e qualche battuta in latino fanno proprio pensare di sì.
Fatto sta che una volta tornata alla normale vita di tutti i giorni la giovane Samantha McCall (Allison Miller) scopre di essere incinta. Indovinate? La gravidanza non è delle migliori. Sam inizia a manifestare strani comportamenti accompagnati dall’insorgere di occulti poteri demoniaci.
Il format è trito e ritrito. I satanisti (o demonisti o quelli che vi pare) installano videocamere in casa della sfortunata coppia per darci modo di seguire le evoluzioni della tribolata gravidanza. Zach McCall (interpretato da Zach Gilford, stesso nome di battesimo del personaggio per evitare confusione?) vaga di notte con una videocamera in visione notturna invece di accendere luci e il malcapitato gruppo di ragazzini che si imbatte in uno dei momentanei di Sam è ovviamente armato dei tanto amati dispositivi digitali di registrazione. Perciò tutto quello che vediamo è filtrato dall’amatoriale mania cinematografica dei protagonisti.
I problemi principali de ‘La stirpe del male’ sono proprio la struttura e la base narrativa della storia. Si tratta di due cliché talmente abusati nell’horror da rendere vano qualsiasi tentativo di miglioramento che i due registi cercano di mettere in campo.
Non c’è proprio niente di nuovo e questo rende la pellicola una banale prova di mestiere affidata a due mediocri e inesperti registi che non ha alcuna ambizione. Dal mio punto vista questo è un peccato mortale che non può essere perdonato.: l’horror merita molto, molto di più.
Insomma prima di ridurvi a vedere questo film (che giusto nel buio della vostra cameretta, da soli, in una notte buia e tempestosa può avere appeal) vi lascio un paio di titoli sul tema che meritano la visione prima di questo:
– Liberaci dal male – 2014 (VOTO:)
– The Possession – 2012 (VOTO:)
E un paio che non meritano la visione, ma se ci tenete…
– ‘L’altra faccia del diavolo’ – 2012 (VOTO:)
– ‘Il rito’ – 2011 (VOTO:)
di Maico Morellini