VOTO:
E alla fine anche l’Austria, che per ammissione degli stessi registi Fiala e Franz non ha una grande tradizione horror, riesce comunque a dire la sua su un genere che è molto attivo e capace di stupire. Non voglio fare nessuna polemica, mi limiterò soltanto a dire con grande tristezza che in Italia invece, dove la tradizione horror è stata capace di ispirare grandi registi internazionali, il genere sembra essere del tutto bandito. Ma tant’è.
Goodnight Mommy (2014) è la storia di due gemelli, Elias (Elias Schwarz) e Lukas (Lukas Schwarz), che vivono confinati in una remota casa di campagna, lontano da tutti e anche dal padre ormai separato. Il ritorno della madre con il volto coperto di bende in seguito a un intervento di chirurgia estetica unito alla suscettibile freddezza della donna inizierà a far sospettare ai gemelli che sotto il volto coperto non ci sia la madre bensì un’impostora, una sorta di doppelgänger. Dopo i primi sospetti inizierà poi una terribile parabola discendente nella psiche dei due ragazzini esaltata dalla difficile situazione in cui si trovano.
Goodnight Mommy è, a tutti gli effetti, un horror psicologico. Il cast ridotto, in pratica i soli tre attori più qualche sporadica comparsa, e l’ambiente ristretto, tutto il film si svolge in buona sostanza nella casa di campagna, lo rendono adatto a concentrarsi solo ed esclusivamente sull’emotività della madre e dei gemelli. Sulla difficoltà di metabolizzare una momento di grande difficoltà.
In questo la pellicola riesce molto, molto bene. Le dinamiche tra i fratelli e la madre diventata improvvisamente burbera, sono molto interessanti, vere e capaci di far entrare in sintonia lo spettatore con ciò che sta vedendo.
Le visioni dei ragazzi catalizzate dallo strano atteggiamento della madre e dall’assenza di un riferimento paterno riescono a farci entrare in comunione con i loro dubbi tanto che questi diventano anche i nostri. Anche la crudeltà propria dei ragazzini di quell’età (chi vi scrive sa benissimo il trattamento che i pre-adolescenti riservano alle formiche), la loro sadica inventiva viene mostrata senza filtro e riadattata alla situazione estrema in cui Elias e Lukas si trovano invischiati.
Però. C’è un però. Un film come questo ha bisogno che l’empatia dello spettatore, che la sua incredulità sospesa non venga mai messa alla prova. Tutto il meccanismo deve muoversi in modo perfetto, senza rallentamenti o accelerazioni. E invece, purtroppo, Goodnight Mommy inciampa un paio di volte. Il primo inciampo è legato al rapporto tra Elias e Lukas (chi ha visto il film sa di cosa parlo, ma non voglio spoilerare più del necessario) forse troppo esplicito. La regia lo supporta in modo squisito e non sbaglia mai ma si tratta di un espediente già visto soprattutto per un amante dell’horror piuttosto navigato. Ma questo, secondo me, non è il peccato più grave.
Personalmente mi sono allontanato dall’empatia che avevo con Elias e Lukas quando la madre toglie le bende e cambia del tutto atteggiamento passando da crudele matrigna fiabesca a genitrice premurosa e comprensiva. Questo è uno stacco troppo netto. Ne capisco la funzione: per preparare lo spettatore alla crudeltà di ciò che verrà dopo era necessario un cambio di paradigma come questo, un ribaltamento di fronte. Ma fatto in questo modo mi è risultato troppo eccessivo, troppo scollato dall’atmosfera che il film aveva costruito fino a quel momento. Questo è davvero un peccato perché la parte più disturbante e coraggiosa del film, che sa davvero essere estrema soprattutto concettualmente, paga il prezzo di questo scivolone. Peccato. Davvero peccato.
Ci sarebbe un’altra chiave di lettura che assolverebbe i registi in tutto e per tutto, una prospettiva suggerita dalla scena finale della pellicola (consiglio la lettura di quello che scriverò ora solo a chi ha già visto Goodnight Mommy).
L’ultima scena, quando Elias si riunisce a Lukas e alla madre fuori dal campo di grano, ha una due interpretazioni: la prima è che con la morte della madre Elias veda lei insieme al gemello defunto, e si riunisca a loro in quella che è la sua pazzia. L’altra possibilità è che anche Elias sia morto nell’incendio della casa e che ciò che vediamo sia il loro incontro nell’altra vita. Se, e dico se, tutto quello che vediamo fosse una visione deformata dal disturbo di Elias (e quindi rientreremmo nella prima interpretazione sul finale), se tutto il film fosse la realtà mostrata attraverso gli occhi sofferenti del ragazzo, allora si spiegherebbero i cambi di registro e anche le scorciatoie che Fiala e la Franz decidono di intraprendere.
In ogni caso, al netto delle imprecisioni, Goodnight Mommy resta una pellicola interessante che mi sarebbe tanto piaciuto veder nascere nel nostro paese.