VOTO:
Conoscevo Gareth Edwards per il suo equilibrato e riuscito ‘Monsters’ (2010), film a basso budget che raccontava una storia d’amore nella spietata e sanguinaria cornice di un’invasione aliena. Ispirato alla regia asciutta di Danny Boyle, Edwards era riuscito, con ‘Monsters’, a confezionare un piccolo gioiello. Come poteva essere corrotto il suo tocco da un budget cento volte superiore? Si sarebbe fatto fagocitare dalle alte aspettative che un personaggio come ‘Il Re dei Mostri’ inevitabilmente trascina con sé? La risposta, schietta e decisa, è NO. Il ‘Godzilla’ di Edwards convince sotto molto aspetti.
La trama ricalca i più classici film Kaiju. Una creatura preistorica, il MUTO (Massive Unidentified Terrestrial Organism) si risveglia dal suo sonno millenario e inizia a fare quello che tutti i Kaiju fanno: distruggere ogni cosa perseguendo obiettivi primordiali. Godzilla, risvegliato nel 1954 dall’uomo e da allora impegnato a nascondersi negli abissi, viene richiamato dal suo istinto ancestrale e ingaggia battaglia con il MUTO per il dominio evoluzionistico del pianeta.
Nonostante la parabola narrativa sia molto simile ai film della Toho, la mano di Edwards non trema mai. ‘Godzilla’ resta un monster movie in piena regola ma contaminato dalle scelte del regista che ne fanno qualcosa di più. Gli uomini sono comunque al centro di tutto quello che succede ma non dal punto di vista dell’evoluzione narrativa, quanto nel numero di cose che vengono fatte, utili o meno che siano. Il primo scontro tra il MUTO e Godzilla non ci viene mostrato dall’occhio onnisciente del regista ma attraverso le telecamere, attraverso l’umanissima e antropomorfa televisione. Gli uomini indagano e combattono le loro battaglie esplorando scenari insoliti, minuscoli se paragonati alle dimensioni delle creature preistoriche. La giungla, il treno a vapore, le rovine di una città e la meravigliosa sequenza del lancio con il paracadute. Seppure le loro azioni nell’economia complessiva della storia risultino quasi ininfluenti, questo non li scoraggia. Non scoraggia Joe Brody (Brian Cranstion) nella sua ricerca della verità, non scoraggia Ford Brody (un convincente Ford Brody) nella sua patriottica missione di salvezza. In tutto questo Godzilla entra nella storia, metaforicamente, in punta di piedi. Sue sono le sequenze più memorabili ma la vera immedesimazione è con la famiglia Brody, con i soldati, con gli uomini.
L’apocalittica delicatezza di Edwards è proprio questa: mostrare Godzilla e il MUTO come inarrestabili, come indifferenti alle macchinazioni umane, ma al tempo stesso rendere le azioni degli uomini il motore centrale del film. Come qualcosa dal quale lo spettatore non può prescindere. E al tempo stesso farci vedere la battaglia tra i mostri preistorici in modo chiaro (cosa che NON succedeva nel deludente ‘Pacific Rim‘, 2013) e tipico del distacco giornalistico umano e umanizzato.
Ci saranno dei sequel, dopo il giusto successo che questo ‘Godzilla’ si è guadagnato. Ci sarà Star Wars, di cui Gareth Edward dirigerà uno degli spin off. Non possiamo prevedere il futuro ma per questo 2014 credo che il ruggito del Re dei Mostri sia tornato nel migliore dei modi.
2 Comments
Andrea
Io non sono, ahimè, dello stesso parere… l’ho trovato davvero brutto e inconcludente.
Se ti interessa leggi la mia recensione completa:
http://moviemaniacomment.wordpress.com/2014/05/16/godzilla-di-gareth-edwards/
Comunque complimenti per la qualità delle recensioni, scorrono veloci e sono esaurienti!
Ciao!
Maico Morellini
Ciao Andrea,
grazie dei complimenti. Ho letto la tua recensione e domani verrò a commentare di là, in casa tua! 🙂