VOTO:
Se fino al mio ingresso in sala per questo ‘Cappuccetto Rosso Sangue’ mi interrogavo sulla mia consapevole virata ideologica di non vedere mai nessun film della saga ‘Twilight‘, all’uscita non ho potuto fare a meno di abbracciare con ancora più convinzione questa scelta.
Sì perchè alla regia di questo abominio c’è la stessa Catherine Hardwicke, texana e non più giovanissima, che ha diretto proprio ‘Twilight’. Gli ingredienti, apparentemente, sono gli stessi: ambientazione pretestuosa, nel dettaglio un villaggio francese guidato da Micheal ‘XO’ Hogan (direttamente dalla plancia del Galactica) nel quale vive una pletora di personaggi inconsistenti e che con una gerarchia sociale nostrana del peggior videogioco anni settanta (il fabbro che prende più soldi del falegname, in un ecosistema talmente ristretto che persino l’esistenza della moneta appare incredibile), teen-ager in pienissima tempesta ormonale. La presenza di attori normalmente capaci (Victoria ‘Number 23’ Madsen) per non dire eccezionali (non mi spiegherò mai come hanno convinto Gary Oldman a recitare in questo film) è del tutto vanificata da una trama inutile (già la scena iniziale nella quale la bella Valerie va a raccogliere acqua in una pozza fangosa e quasi secca la dice lunga), da una fotografia da esterno di ‘Beautiful’ e da alcuni espedienti che nemmeno nei miei sogni più spericolati ho mai concepito. In sintesi, se la Hardwicke poteva sbagliare qualcosa, in questo film, lo ha sbagliato.
Spendere anche una sola riga in più sarebbe un delitto. Solo due biglietti scontati in scadenza posso essere usati come alibi.
di Maico Morellini