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Recensioni Film – ‘Gravity’ di Alfonso Cuarón

VOTO:[rating:3]

Prima di tutto ci terrei a dire una cosa che potrebbe anche essere ovvia, ma non si sa mai: 'Gravity' non è un film di fantascienza. Almeno non più di quanto lo fosse 'Apollo 13' (1995). E' un film sulla sopravvivenza nello spazio quando tutto sembra andare storto ma le tecnologie, la situazione, le dinamche non hanno nulla a che vedere con la fantascienza. Forse è una distinzione da poco conto ma secondo me è un paletto che è giusto mettere. Perciò, di cosa parla 'Gravity'?

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J.J. Abrams: il signore del tempo?

Quando un regista, affermato o meno che sia, inizia a orbitare intorno all’universo di Star Wars inevitabilmente finisce sotto la spietata lente di ingrandimento che la Saga delle Saghe si porta appresso. Se a questo aggiungiamo il cambio di proprietà che Jedi, Cloni, Ewoks e Wookies hanno subito nella vendita del marchio Lucasfilm alla Disney questa lente diventa ancora più precisa e implacabile. Ma andiamo con ordine. Nell’arco di uno dei più roventi inverni fantascientifici che si ricordi, due sono stati gli eventi che hanno scosso gli amanti di Guerre Stellari. A ottobre del 2012 la Disney annuncia l’acquisizione dei marchi Lucasfilm e Lucasart (le implicazioni di questa mossa per gli amanti di Zack McKracken le discuteremo in un altro momento) proclamando l’imponderabile: Star Wars avrà una terza trilogia. A fine gennaio dopo smentite, conferme, attacchi di panico e tattiche di sviamento degne della CIA viene annunciato anche il regista che nel 2015 riporterà le spade laser nelle sale cinematografiche: J.J. ‘Mr Lost’ Abrams.

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Recensioni Film – ‘The Conjuring’ di James Wan

"Oh no, l'ennesimo film a tema demoniaco tratto da una storia vera". La reazione è spontanea, umana e purtroppo avvallata da una serie di inquietanti precedenti. Partendo da 'Il Rito' (2011), passando per 'L'esorcismo di Emily Rose' (2005) e ritornando all'infimo mokumentary 'L'altra faccia del diavolo' (2012) le possessioni sul grande schermo sembravano aver grattato il fondo del barile. Fino a quando il malese James Wan, classe 1977 (mi permetto di dire, annata fortunata quella), non decide di raccontare la storia di Ed e Lorraine Warren (Patrick Wilson e Vera Farmiga), coppia di investigatori dell'occulto realmente esistiti (Lorraine è ancora in vita).

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Recensioni Libri – ‘Wild Cards – L’origine’ a cura di George R.R. Martin

Prima di recensire questo volume di racconti voglio lanciare un messaggio di speranza a tutti i giocatori di ruolo: 'Wild Cards' è nato proprio in seguito a lunghe sessioni di roleplay a cui George R.R. Martin e il suo gruppo di giocatori/scrittori si sono dedicati per più di un anno (erano i gloriosi anni ottanta). Morale: il gioco di ruolo non è una perdita di tempo e da tutti i personaggi, le situazioni e i mondi creati in ore e ore di pianificazione si può ricavare qualche soldo. Più di qualche soldo a patto di chiamarsi George Martin.

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Recensioni Film – ‘Elysium’ di Neil Blomkamp

L'idea che sta alla base di 'Elysium' è quanto di più originale, nel 2013, ci si possa aspettare: uno sparuto gruppo di individui prospera nell'agio più assoluto mentre la maggior parte degli esseri umani è costretta a una vita di sofferenza per garantire l'alto tenore di vita di quei pochi (situazione che, tra l'altro, si ripete tutti i giorni in ogni ufficio moderno). A partire dalla mitologia greca passando per 'La Macchina del tempo' di H.G.Wells e arrivando agli 'Hunger Games' (2012) (rabbrividisco per la citazione cinematografica) si tratta di uno dei temi più abusati della storia ma che, evidentemente, ha un fascino irresistibile. A tal punto da spingere il giovane e talentuoso Neil Blomkamp (classe 1979), fresco del successo low-cost 'District 9' (2009), verso la scrittura di una sceneggiatura 'originale' incentrata proprio su questo tema.

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Recensioni Libri – ‘Guida galattica per autostoppisti’ di Douglas Adams

Premetto che non sono un amante della fantascienza umoristica letteraria, anzi, sono uno di quei musoni che mal digeriscono le inclinazioni troppo facete del genere. Perciò nell'esprimere un giudizio sulla  'Guida galattica per autostoppisti' (1979) non riesco a prescindere da questo aspetto: in due parole, non mi è piaciuto un granchè. In effetti ha al suo interno tutte le cose che riescono a infastidirmi con una certa efficacia: tecnologia burlesca, stile scanzonato e ammiccante nei confronti del lettore, situazioni improbabili che si risolvono in modo altrettanto improbabile grazie a una struttura fluida, persino eterea, in cui 'tutto è concesso'.

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Recensioni Libri – ‘WWW2: In guardia’ di Robert J. Sawyer

Per la seconda volta consecutiva mi capita di leggere un romanzo che non è il capitolo primo di una saga senza aver prima masticato, letterariamente parlando, i predecessori. Mi era successo un mese fa con 'I Tre Demoni' di Connelly e ci sono ricascato un paio di settimane or sono con 'WWW2: In Guardia' di Robert Sawyer. La cosa interessante? In entrambi i casi non ho sofferto particolarmente la mancanza del retroterra conoscitivo che invece una lettura ordinata e coerente mi avrebbe dato.

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Recensioni Film – ‘Pacific Rim’ di Guillermo Del Toro

VOTO:[rating:2.5]

Lo devo dire senza mezzi termini ma da Del Toro mi aspettavo decisamente di più. Non tanto dal punto di vista visivo, quando da trama, narrazione e coerenza della storia. Vero che il monolitico regista messicano ha dato del suo meglio con pellicole horror ('Mimic' - 1997, 'La spina del diavolo'  - 2001 e 'Il labirinto del fauno' - 2006 e una menzione anche per 'Blade II' - 2002) e che le escursioni nel mondo fantasy hanno convinto solo a metà (i due 'Hellboy', 2004 e 2008)  ma questo non giustifica la pochezza della componente narrativa di 'Pacific Rim'.

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Recensioni Film – “World War Z” di Marc Forster

Partiamo subito con quei piccoli e grandi dettagli che, ancor prima di vedere "World War Z", potevano complicare la riuscita della pellicola. Per prima cosa una delle penne dietro la sceneggiatura era quella di Damon Lindelof che già tanti danni ha fatto a 'Star Trek: Into Darkness' (2013). Poi WWZ si basava sul romanzo di Max Brooks (figlio di Mel Brooks) la cui struttura era quella di una storia costruita sulla base di tante interviste unite a tratteggiare un mondo invaso dagli zombie. Meccanismo narrativo piuttosto complesso già usato con poca fortuna da George Romero in 'Diary of the Dead' ma che NON è stato replicato all'interno del film. E per concludere si tratta di un film sugli zombie (o presunti), e in quanto tale deve per forza misurarsi con le creature di Romero, con il remake di Zack Snyder ('L'alba dei morti viventi', 2004 precursore dei morti viventi corridori) e con tutta una serie di film a tema, come '28 giorni dopo' (2002) di Danny Boyle.

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‘L’uomo d’acciaio’ di Zack Snyder

E' dal dicembre dell'anno scorso che, su questo sito, si sono aperte le danze di attesa per  'Man of Steel'. L'apice massimo è stato raggiunto qualche settimana fa, con l'uscita del trailer e finalmente siamo arrivati al fatidico giorno: il 20 giugno 2013, ieri,  'L'uomo d'acciaio' è uscito nella sale. Piccolo antefatto: sulla versione cinematografica del più antico e potente dei supereroi pende una doppia spada di Damocle. La prima deriva dall'illustre, fumettoso, ironico e scanzonato predecessore: il 'Superman' del 1978 è, a detta di molti (se non tutti) troppo perfetto per temere e tentare qualsiasi confronto. La seconda minaccia è intrinseca del personaggio: nato negli anni 30, a distanza di quasi un secolo, non è più figlio dei suoi tempi. Come lo stesso Kal-El, è profugo e riadattarlo agli anni duemila non è cosa da poco. L'ex bimbo prodigio Bryan Singer ci aveva provato fallendo miseramente, e non si trattava certo di un inesperto cineasta di quart'ordine.

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[Recensioni Libri] ‘I Tre Demoni’ di John Connolly

Cosa succede se, senza saperlo, leggete un libro che poi si rivela essere il nono capitolo (autoconclusivo come i precedenti) di una saga iniziata nel 1999 e che deve ancora finire? Nella peggiore delle ipotesi faticate a reggere il passo con la narrazione, sbuffate, imprecate contro l'autore fino a quando non vi rendete conto del fatale equivoco e decidete di interrompere la lettura. Nel migliore dei casi apprezzate uno stile insolito (per esempio la scelta di rivelare dettagli del protagonista così, quasi in modo casuale, facendolo conoscere a poco poco) e l'alone di mistero che si addensa intorno a diversi punti chiave della narrazione, senza mai scoprirsi troppo.

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