VOTO:[rating:5]
Nel 2016 mi aveva folgorato l'esordio thriller di Antonio Lanzetta, Il buio dentro, e ve ne avevo parlato qui. Meno di due anni dopo Lanzetta ci riporta tra le ferite antiche di una terra tanto stupenda quando maledetta, di luoghi capaci di meraviglie e orrori. Ci riporta a Castellaccio.
VOTO:[rating:4]
Finalmente. E' la prima parola che mi è uscita dalla testa durante e dopo la visione di A Quiet Place, esordio fanta-horror del poliedrico John Krasinksi che qui è sceneggiatore, regista, interprete e marito (dentro e fuori dal set) della bella e brava Emily Blunt. Perché 'finalmente'? Perché A Quiet Place riesce a ibridare in modo molto equilibrato tutti i mattoncini costituenti il DNA del nobile genere horror.
L'Adepto è una brevissimo racconto inedito ispirato al mondo del mio romanzo La terza memoria ed è nato con un duplice scopo. Il primo è quello di divertirmi tornando nell'Italia post apocalittica che ho inventato come ambientazione del romanzo. Il secondo è (sarebbe) quello di stuzzicare chi ancora non ha letto La terza memoria e magari accompagnarlo verso il romanzo. Il primo scopo l'ho raggiunto. Vediamo se qualcuno mi aiuterà a raggiungere anche il secondo. L'immagine qui sopra è la bellissima illustrazione che Franco Brambilla ha fatto per la copertina di Urania.
E' un po' che marino questa rubrica, anche agevolato dalla sua natura squisitamente aperiodica: l'ultimo aggiornamento risale al 2 ottobre 2017 ed è da lì che ripartirò. Perciò, dove eravamo rimasti e dove stiamo andando?
[rating:3.5]
Black Panther è l'ultima pellicola targata Marvel Studios che vedremo prima della distruzione totale che Avengers: Infinity War (in uscita il 25 aprile) porterà nell'universo cinematografico dei Vendicatori ma poco ha a che fare con il vicino avvento di Thanos: il film dettaglia in modo molto preciso il regno di Wakanda esplorato in modo piuttosto marginale nel poco brillante Captain America: Civil War.
VOTO:[rating:2]
Mi sono preso una decina di giorni prima di mettere nero su bianco le mie impressioni sulla tormentata pellicola di Alex Garland. Dico tormentata perché ha avuto un travaglio produttivo tortuosa (budget limitati, cambi di piattaforma, bisticci e altre faccende da addetti ai lavori) che l'ha fatta approdare, alla fine, su Netflix. Premessa: a me Alex Garland piace molto, sia come sceneggiatore che come regista. Ho apprezzato Ex Machina e in tutti i suoi lavori c'è un nichilismo di fondo che mi affascina. Allora perché Annientamento non mi è piaciuto?
[rating:4]
Continua grazie a Netflix la mia paziente e inesorabile operazione di recupero horror e questa volta è il turno di una produzione indipendente prodotta poi dal mecenate Jason Blum e dalla sua Blumhouse. Creep mischia il found footage al mokumentary ma lo fa con una freschezza che solo certi registi indipendenti sembrano, almeno in questo momento storico, possedere.
A una settimana e mezzo dal voto, quando stando alla durata media di una notizia il polverone post elettorale dovrebbe quasi del tutto essersi depositato, torno su un tema a me molto caro di cui ho già parlato su queste pagine (in coda a questo pezzo, troverete le mie altre considerazioni): come i social network stanno cambiando il mondo anche al di fuori del loro ristretto ambito di utilizzo.
Tempo di Libri inizia oggi: giusto il tempo di chiudere la settimana lavorativa e raggiungerò Milano per un giro a fiermilanocity. Arriverò sabato 10 marzo, al mattino, e sarò a zonzo tra i vari stand fino a pomeriggio inoltrato. Non avrò pianta stabile, ma potreste avvistarmi in qualunque punto e in qualunque momento perciò siete avvisati. Chiunque poi fosse così scellerato da volermi incrociare di proposito, faccia un fischio: caffè, birra, un cordiale, un Diplomatico o anche solo due chiacchiere sono i mattoncini fondanti la giornata di sabato.
VOTO:[rating:3.5]
Continua il bel lavoro di recupero/distribuzione di Netflix verso un cinema horror di certo meno chiassoso dei grandi franchise ma assolutamente degno di attenzione. Dopo il bel (e italiano) Oltre il guado di Lorenzo Bianchini, è il turno de Il Rituale, produzione tutta inglese firmata da David Bruckner e ispirata all'omonimo romanzo di Adam Nevill.
Per una volta esco dal confortevole recinto del cinema di genere e delle serie TV per parlare di un prodotto molto interessante: la serie-documentario "Il cerchio magico di Hitler". Al momento la trovate disponibile su History Channel oppure su Netflix con il nome "Hitler's Circle of Evil" (qualche episodio è anche in chiaro su YouTube). Si tratta di dieci episodi della durata di cinquantadue minuti ciascuno e premetto che secondo me è un prodotto che andrebbe inserito a pieno titolo nel programma scolastico italiano.
[rating:4.5]
"A volte penso che sono nato troppo presto o troppo tardi per la mia vita." - La forma dell'acqua - Giles
Chiunque viva questi tempi tribolati trovandosi suo malgrado attrezzato con un minimo di sensibilità avrà fatto la stessa considerazione di Giles (un Richard Jenkins in gran forma): viviamo troppo tardi o troppo presto per trovarci davvero a nostro agio qui e oggi. La forma dell'acqua racconta (anche) questo: una squisita, delicata favola, uno specchio acquatico nel quale cercare il riflesso che più ci assomiglia senza dimenticare mai che tutti abbiamo, chi più chi meno, un carico di solitudine sulle spalle.