C’è un uomo. Ha una barba lunga e brizzolata, i capelli tagliati molto corti e gli occhi buoni. Occhi giovani incastrati su un volto che sembra ruvido ma che in realtà è solo reso sfuggente da un’amichevole diffidenza. Quest’uomo siede su una sedia di legno, in un vicolo. È una stradina laterale, un piccolo capillare della grande arteria turistica della città, e lui è seduto lì, tra la porta della bottega e il muro antico del palazzo sull’altro lato del vicolo.
Quest’uomo costruisce barche. O meglio, vede barche dove non ci sono e con un po’ di pazienza le rende reali. Come ti vengono le idee? Gli chiedi. Lui si alza (solo in quel momento ti accorgi che indossa un kilt), ti sorride e ti invita a entrare nel suo piccolo negozio. Tutto intorno, sulle pareti, sui tavoli ingombri di cose, sul pavimento ci sono gli oggetti più disparati. Io vedo le barche, ti risponde. E le costruisco. Raccolgo i pezzi che nessuno usa più (tu li chiameresti spazzatura ma poi alzi la testa, vedi un veliero da lui assemblato e ti rendi conto che quella non è spazzatura) e li metto insieme per costruire barche. Sorridi di rimando, la sua gentilezza è contagiosa, e compri una piccola barca da pesca. Gli fai i complimenti, lui si imbarazza, sorride ancora, e ti rimetti in strada.
Cos’ha quell’uomo che ti ha colpito? La risposta è facile e complessa al tempo stesso. Quell’uomo ha una prospettiva. Di più. Quell’uomo vede le cose in modo diverso. Ha un punto di vista. Dove gli altri vedono spazzatura, cose inutili, cose da buttare, cose vecchie che non servono più a niente, lui vede barche. E poi quelle barche le costruisce. Barche che hanno tre, quattro, dieci vite. Un francobollo. Un pezzo di cotone. Una scatola di sardine. Spago. Legno ripescato dalla spiaggia. Oggetti che hanno viaggiato, che hanno visto cose, trasportato emozione in vite diverse.Tutte vite, queste, che si intrecciano, si uniscono, si fondono insieme a costruire qualcosa che è più che la semplice somma delle parti.
Ma il punto non è fare qualcosa. Non è riciclare oggetti abbandonati. Il punto è vedere ciò che altri non vedono, è vedere il bello degli scarti, del passato, di vite che sembrano finite ma che non lo sono perché lui, quell’uomo, dona a tutti quei frammenti di esistenza una nuova prospettiva. Ecco cosa manca oggi. Manca un punto di vista. Manca un punto di vista che ci aiuti a vedere il bello delle cose.
1 Comment
Sonia
La tua scrittura mi incanta, sei un poeta delle parole semplici