La cultura nerd, o meglio quello che un tempo era considerato cultura nerd, non è più di nicchia. E’ già stato certificato a più riprese (vi consiglio il libro dell’amico Fulvio Gatti – I nerd salveranno il mondo) che la contemporaneità ha strappato i nerd dai loro antri scuri, dalle soffitte umide in cui giocavano a Warcraft 2 in multiplayer con un modem a 28k occupando la linea telefonica, dagli scantinati dai quali dominavano la rete aziendale con riti al limite del negromantico.
La contemporaneità è digitale. La contemporaneità è Star Wars e cinecomics e Trono di Spade. La contemporaneità sono spoiler, recensioni, uno vale uno e chi più ne ha più ne metta. E i nerd? I nerd che una volta erano depositari della scienza informatica, che si ritrovavano a dissezionare saghe antiche in cerca di significati nascosti, di profondità invisibili a occhio nudo?
Una specie capisce sempre quando sta per estinguersi
IL seme della follia
Diceva John Trent nel Il seme della follia e sotto certi aspetti l’effetto ultimo della trasformazione in pop della ex cultura nerd di nicchia ha fatto questo: il nerd è diventato così comune che è come se fosse estinto. Perciò che cosa ne è stato dei nerd ante litteram? E soprattutto, esistono ancora i nerd?
Esistono. Eccome. Ma giocano una partita complessa, una partita che a volte li allontana dalla realtà (ma non è questo il nostro mandato? Allontanarci dalla realtà?), a volte li spinge in recinti ancora più ristretti perché alla base del weltanschauung nerdcentrico c’è una curiosità esistenziale impossibile da sedare. La curiosità di esplorare zone d’ombra, di trovare eccellenze dove non sembrano esserci, di offrire nuovi paradigmi, punti di vista, di condividere ciò che ci piace con un entusiasmo al limite del fanatismo.
Perciò alcuni di noi, e mi ci metto anche io a pieno titolo, sono in cerca di nuovi ecosistemi da colonizzare ed esplorare. E allora ecco che la serie tv che non è piaciuta quasi a nessuno diventa un ambiente da esplorare a fondo in cerca di qualcosa di più. Ecco che la pellicola horror che tutti disprezza “ha di certo difetti, però”.
Siamo in cerca di contenitori che possano ospitare il nostro entusiasmo e che possano esaltare il nostro quinto senso e mezzo affinato in decenni di colonialismo intellettivo. La ricerca a volte diventa spasmodica e persino irrazionale, diventa un modo per ritrovare quella comunione ristretta che amiamo e odiamo perché da un lato ci aveva piazzato in un’orbita lontana dal nucleo sociale, ma dall’altro proprio per questa indipendenza culturale ci permetteva di gettare lo sguardo oltre. Oltre la nube di Oort del mainstream dell’epoca che adesso si è arricchito del nerdismo di quel periodo.
Siamo entusiasti e curiosi. E’ queste sono i due tasselli fondanti il nostro DNA, le due basi azotate all’origine di tutto il nostro patrimonio genetico. Poi possiamo sbagliare, possiamo prendere granchi colossali, possiamo trincerarci dietro recensioni entusiastiche o, quando il Lato Oscuro ha la meglio, dietro analisi caustiche e al vetriolo delle mode del momento perché quelle non sono più la nostra zona, perché sono il nuovo mainstream e rischiamo di essere intolleranti al mainstream, come fosse una celiachia culturale. Ma alla base il post-nerdesimo è e resta curiosità e voglia di improvvisarci guide verso un mondo che ci piace stretto, confortevole e pieno di cose.
3 Comments
Steffy
‘Nerd’ è quindi una parola che nasconde un modo di essere e che cambia magari modalità nel tempo, ma mantiene lo stesso spirito, quello dei ‘romantici sognatori’ che rincorrono appassionatamente quel qualcosa di fantastico che sta sempre in qualche posto un po’ più in là. Sopra e tra le righe della storia ci sono i segni di questa strana razza, chissà da dove viene…. 🙂
Maico Morellini
La sensazione di essere alieni, c’è! 😀
Poi la Terra ci tiene bene ancorati al suolo …
Steffy
Non penso che un piccolo granello nell’universo possa trattenere a lungo una simile razza. 😉