Charles Stross non è un turista della fantascienza e basta dare un rapido sguardo alla sua biografia per capire le contaminazioni che ne guidano la penna. Giornalista, appassionato di giochi di ruolo, programmatore e farmacista: tutte cose che concorrono a formarlo come scrittore e che, in misura diversa, troviamo all’interno di ‘Arresto di sistema’ (pubblicato in lingua originale nel 2007).
Il romanzo è ambientato nel 2017, in Scozia, e l’evento che dà il via al romanzo è una rapina. Il reato però ha una particolarità: si consuma nel web, tra i mondi magici di un videogioco fantasy molto simile all’ancora attuale ‘World of Warcraft’ (WOW). Un gruppo di orchi infatti rapina una banca virtuale all’interno della quale sono custoditi oggetti magici più o meno rari e questo scatena una piccola guerra legale tra la società proprietaria del videogioco e la compagnia di assicurazioni. I protagonisti, Elaine e Jack, si trovano invischiati in una complessa partita a scacchi dal cui esito può dipendere ben più che qualche spada incantata (chi gioca a WOW potrebbe obiettare che non c’è niente di più importante di una spada incantata, ma questa è un’altra storia).
Lo scenario è molto, molto futuribile. La realtà virtuale si è innestata all’interno del tessuto connettivo sociale ed esistono network per qualunque cosa: forze di polizia, realtà aumentate a scopo militare e persino un videogioco nel quale i partecipanti sono vere e proprie spie a cui vengono assegnati compiti reali nel mondo reale.
E’ questa pericolosa dicotomia, la commistione tra reale e virtuale, la chiave di volta sulla quale Stross costruisce il suo intricato affresco. Entità reali e virtuali si fondono le une con le altre tanto da mettere in discussione il tessuto stesso della realtà. Cosa succederebbe se ciò che crediamo appartenere al mondo dei network avesse invece un suo forte corrispettivo nel mondo reale? Cosa succederebbe se gli avatar, gli alter ego nel mondo dei videogiochi agissero influendo in qualche mondo anche sul piano della più concreta realtà? Non direttamente certo, ma come conseguenza delle loro azioni.
In qualche misura sta già accadendo, anche se nel nostro presente è più l’etereo mondo della finanza a influenzare e a essere influenzato da quello in carne e ossa. Stross lo sa e infatti al centro della sua storia c’è una rapina e i delicati equilibri finanziari che dipendono da essa ma lo scrittore scozzese si spinge oltre alzando la posta e tessendo una trama di realpolitik davvero avvincente. ‘Arresto di sistema’ è stato scritto e pubblicato nel 2007 e di certo oggi molte delle cose che Stross immaginava come fantascientifiche sono molto vicine all’essere di uso comune. Ma questo, al netto della tecnologia, credo che contribuisca a valorizzarne la storia, a impreziosirne l’impianto narrativo.
Il giudizio di questo romanzo non può prescindere dalle questioni prettamente tecniche che lo riguardano: Stross decide di scrivere in seconda persona. I capitoli sono incentrati sul punto di vista predominante di un personaggio ma poi tutto lo svolgimento è in seconda persona. La scelta è un brillante esempio di meta-letteratura: in ‘Arresto di sistema’ siamo testimoni di una colossale partita a un videogioco che affonda le sue radici nella più concreta realtà e perciò quale modo migliore di raccontarcelo se non utilizzando i protagonisti come avatar digitali?
Se all’inizio questa scelta disorienta, la struttura delle frasi può apparire macchinosa e tenere troppo lontano il lettore dai personaggi, poi si rivela essere una scelta vincente. Non solo, denota anche una capacità che va molto oltre il ‘saper scrivere’. L’idea di utilizzare il linguaggio come parte integrante della narrazione e non come semplice mezzo di comunicazione non è banale e anzi, è un messaggio importante che per tanti motivi non è sempre facile raccogliere. Ma per chi scrive, e le statistiche dicono che tutti in pratica scrivono, ‘Arresto di sistema’ è una bella lezione da non perdere.
Troppo spesso, almeno nella mia esperienza di scrittore, si tende a dare per assodata la tecnica mentre Stross dimostra che la ricerca degli strumenti giusti può fare davvero la differenza.
Difetti? Uno solo. ‘Arresto di sistema’ è anche un romanzo molto tecnico. Stross sa di cosa parla, viene dal mondo digitale, e non fa sconti al lettore. Da informatico e appassionato di videogiochi non ho trovato particolari difficoltà nel seguire l’autore ma posso immaginare che l’utilizzo di tecnicismi molto pertinenti posso confondere un lettore meno navigato.
Se vi piacciono i videogiochi, se siete appassionati di finanza, se vi interessa immergervi in un futuro a un passo da noi non potete perdervi questo romanzo. Se non siete nessuna di queste tre cose credo comunque che ‘Arresto di sistema’ meriti di essere letto. E’ una chiave di lettura interessante e moderna di un mondo che sta per arrivare.
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