Mancano otto giorni, o se preferite 192 ore, allo sbarco del mio nuovo romanzo 'La Terza Memoria' nelle edicole di tutta Italia e negli ebook store di tutto l'etere (nei quali è già disponibile per la prenotazione). Giocando d'anticipo, grazie all'invito degli amici di Edizioni Imperium e di Galaxy, questo week-end sarò ospite di Star Worlds (sotto il link ufficiale della manifestazione) per parlare di fantascienza, fantastico, Star Wars e ovviamente soprattutto de 'La Terza Memoria'. La presentazione del romanzo è prevista per domenica 1° maggio, ore 15.30, ma io sarò a Montecatini già dalla tarda mattinata di sabato 30 aprile.
Per la seconda volta consecutiva mi capita di leggere un romanzo che non è il capitolo primo di una saga senza aver prima masticato, letterariamente parlando, i predecessori. Mi era successo un mese fa con 'I Tre Demoni' di Connelly e ci sono ricascato un paio di settimane or sono con 'WWW2: In Guardia' di Robert Sawyer. La cosa interessante? In entrambi i casi non ho sofferto particolarmente la mancanza del retroterra conoscitivo che invece una lettura ordinata e coerente mi avrebbe dato.
Cosa succede se, senza saperlo, leggete un libro che poi si rivela essere il nono capitolo (autoconclusivo come i precedenti) di una saga iniziata nel 1999 e che deve ancora finire? Nella peggiore delle ipotesi faticate a reggere il passo con la narrazione, sbuffate, imprecate contro l'autore fino a quando non vi rendete conto del fatale equivoco e decidete di interrompere la lettura. Nel migliore dei casi apprezzate uno stile insolito (per esempio la scelta di rivelare dettagli del protagonista così, quasi in modo casuale, facendolo conoscere a poco poco) e l'alone di mistero che si addensa intorno a diversi punti chiave della narrazione, senza mai scoprirsi troppo.
Ci sono romanzi che nascono prima di tutto come esercizi di stile e che poi, magari, si condensano intorno a una buona idea riuscendo a portare avanti trama e personaggi in modo più o meno convincente. 'Guerra agli umani' secondo me appartiene a questa categoria. Tutto si concentra (o dovrebbe concentrarsi) intorno al protagonista Marco 'Walden' che decide di abbandonare fasti e lusinghe della società per ritrovare una vita più agreste. Si improvvisa supereroe e trasforma una grotta dell'Appennino nella sua nuova dimora. Ha un obiettivo quasi impossibile: convertire alla nuova vita troglodita l'intera umanità. Le sue ambizioni si incrociano con la sparizione di un San Bernardo di nome Charles Bronson, con illegali combattimenti tra uomini e cani e con ambientalisti decisi a tutto pur di salvare la natura dall'uomo.
Pochi giorni sono passati dalla notizia che già infiamma l'attesa estiva oltreoceano: la CBS trasmetterà a partire dal 24 giugno 'Under The Dome', serie TV tratta dall'omonimo romanzo di Stephen King uscito nel 2009. Ovviamente ancora non è dato sapere se è quando la produzione firmata da Brian K. Vaughan (bimbo prodigio marvelliano e persino sceneggiatore lostiano) arriverà in Italia ma visto che ormai le frontiere delle streaming oltrepassano quelle degli stati, vale comunque la pena parlarne. Prima di tutto, da quello che ci è dato sapere, Vaughan riadatterà le quasi mille pagine del romanzo in un formato più consono ai tempi televisivi permettendosi estrema libertà nella gestione del plot (un finale differente?).