Oggi è la Giornata della Memoria. Un giorno nel quale ricordare, in ogni modo e forma, quanto accaduto non così tanto tempo fa, sulla soglia di casa nostra. Quanto successo nel cuore dell'Europa. Quell'orrore che sembra sempre più difficile identificare per quello che è: una mostruosità che dovrebbe solo essere presa come monito. Che dovrebbe essere ricordata con religioso terrore, come qualcosa che è successo non per una misteriosa ondata di follia collettiva quanto perché l'uomo ha un'anima oscura che può essere manipolata, corrotta, esaltata. Un monito, quindi. Un monito che dovrebbe rintoccare sulle nostre coscienze sempre e ogni volta, anche senza bisogno ricorrenze.
Dai tredici ai diciannove anni si è consumata quella che a posteriori ho definito come la mia fase fantasy (chiunque abbia giocato a Dungeons & Dragons, prima o poi, ha avuto questa fase) e c'è un romanzo che ha dato il via a questo lungo e romantico periodo. No, non è stato Il Signore degli Anelli, quello è arrivato un anno dopo, ma in qualche modo Tolkien è coinvolto con la mia scoperta del fantasy letterario. In che modo?
Mancano davvero pochi giorni, tre per la precisione, alla quarta edizione di Stranimondi (Stranimondi alla quarta, per essere precisi): imperdibile appuntamento fisso per gli appassionati della fantascienza, del fantastico, del weird e di un sacco di altre cose molto interessanti. Ebbene, ci sarò anche io e questa volta mi fermerò entrambi i giorni (sabato 6 e domenica 7 ottobre).
“Sterminare tutti i pensieri razionali, questa è la conclusione alla quale sono giunto” William Lee, Il Pasto Nudo
David Cronenberg usava queste parole per raccontare il percorso di distruzione della realtà de Il Pasto Nudo (per chi avesse dieci minuti, ne ho parlato in dettaglio qui), io le prendo in prestito per tracciare un ipotetico confine del linguaggio che temo sia già stato oltrepassato. Negli ultimi mesi ho avuto la spiacevole sensazione, che poi è diventata certezza, di una frattura profonda in quello che dovrebbe essere il normale modo di comunicare. Mi sono reso conto di non avere più gli strumenti per spiegare il mio pensiero a chi assume posizioni molto differenti dalla mia, di non trovare un terreno comune di confronto. E non sto parlando di convincere della bontà delle mie opinioni, sto parlando di riuscire a trasmettere la mia idea in modo efficace, di far capire cosa penso.
So di non essere l'unico a provare un oscuro interesse per le storie di cronaca, per tutte quelle vicende che affondano le radici nelle zone più tormentate dell'animo umano. E' una passione antica la mia, una passione che che ha un numero impressionante di adepti: basta dare uno sguardo ai trending topic, a tutte le ore del giorno e della notte, quando sui canali del digitale terrestre passano trasmissioni 'real crime' come Un Giorno in Pretura, Chi l'ha visto, Quarto Grado e chi più ne ha più ne metta.
E' un po' che marino questa rubrica, anche agevolato dalla sua natura squisitamente aperiodica: l'ultimo aggiornamento risale al 2 ottobre 2017 ed è da lì che ripartirò. Perciò, dove eravamo rimasti e dove stiamo andando?