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RL – ‘I Simulacri’ di Philip K. Dick

Quando si parla di un romanzo scritto da Philip Dick è praticamente impossibile staccarsi dalla straordinaria e spericolata biografia dell'autore così come è impossibile non riconoscere tratti distintivi ricorrenti nelle sue opere. 'I Simulacri' (1964) non è un'eccezione. Ambientato negli Stati Uniti d'America e d'Europa, nati in seguito all'annessione della Germania Ovest agli Stati uniti, i…

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RF – ‘BedTime’ di Jaume Balaguerò

VOTO:[rating:4.5]

Che io abbia un debole per il regista catalano, lo si può dedurre leggendo questo mio vecchio articolo di qualche tempo fa. Ma, fino a questo momento, mi ero innamorato soprattutto del suo modo coraggioso e personale di interpretare, in particolare, l'horror. Bedtime, sgombriamo il campo da fraintendimenti, non è un film horror. Ammetto che, entrato in sala, non sapevo praticamente nulla della pellicola. Da qualche parte avevo letto si potesse trattare di un film horror sull'uomo nero (e subito un terrore atavico si era impadronito di me ricordando con sgomento il vecchio 'Boogeyman' (2005) e tutti i suoi sfortunatissimi seguiti), ma avevo pochissime informazioni. Immaginavo potesse essere anche una sorta di 'Paranormal Activity' (2007), e in quel caso la curiosità di vedere l'interpretazione sicuramente molto personale del regista mi affascinava. Insomma, ero pronto a farmi stupire ancora una volta da Balaguerò, ma non ero pronto a un thriller così velenoso e subdolo.

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D-Doomsday

La Fine dunque, come paura ancestrale. L’uomo ne è vittima inconsapevole fin dalla notte dei tempi. Lo stato di vertigine che ci coglie improvvisi nel pensare alla distruzione del nostro pianeta, o al drastico cambiamento di una società dispensatrice di comfort, è peggiore di quel senso di vuoto che proviamo quando pensiamo alla nostra morte.…

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RL – ‘Il ciclo di vita degli oggetti software’ di Ted Chiang

VOTO:[rating:4]

Quando un addetto ai lavori si cimenta nella scrittura di un racconto o di un romanzo che tratta le materie da lui conosciute, il rischio è sempre dietro l’angolo. Perché può venire spontaneo perdersi in troppi tecnicismi, perché si tende a dare per scontato che l’interlocutore, cioè il lettore, sappia più di quanto in realtà non gli è noto. La via per l’inferno, si sa, è lastricata di ottime intenzioni.

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‘Il Cacciatore di Androidi’ – Ridley Scott, 1982 – 2012

 

Questo pezzo è stato pubblicata integralmente sul numero 34 del Living Force, fanzine del Fan Club Yavin 4.

Nel 1982 il quarantacinquenne Ridley Scott continuò, dopo il capolavoro di Alien (1979), quella che sembrava essere diventata la sua nuova deriva fantascientifica di grande successo. E lo fece girando quella che viene ricordata come una delle migliori pellicole di genere mai realizzata: ‘Blade Runner’. Il titolo del film deriva dal romanzo di Alan E. Nourse, ‘The Bladerunner’ (1974) ma riprende i contenuti di un altro romanzo, ‘Il cacciatore di Androidi’, scaturito dalla geniale e tormentata penna di Philip K. Dick nel 1968.

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