E siamo arrivati al secondo capitolo di quella che è diventata una trilogia piuttosto interessante. L’inizio di questa saga mi aveva convinto a tratti (come scritto nella mia recensione su anobii) e all’epoca avevo lamentato una certa inconcludenza della trame.
Questo, come ogni secondo capitolo che si rispetti, si avvantaggia di un libro alle spalle e si prende decisamente più tempo per raccontare una storia complessa. I personaggi sono già stati delineati ne ‘La progenie’ e qui ne vengono aggiunti veramente pochi: e questo è un pregio. La storia poi procede in una direzione apocalittica quasi senza precedenti (credo che una qualche influenza dalle opere di F. Paul Wilson arrivi) e si fa davvero coraggiosa, soprattutto nei capitoli finali.
Un difetto che forse posso rilevare, ma sul quale sono pronto a ricredermi, è il taglio un po’ troppo cinematografico. Certo, da Del Toro ci si aspetta qualcosa del genere (e il fatto che si sospetti un film in lavorazione aiuta), ma forse così lo stratagemma è un po’ troppo scontato.
Comunque, rispetto al suo predecessore, si guadagna una stella e confermo tutti i punti di forza evidenziati ne ‘La Progenie’. Vediamo se la chiusura sarà all’altezza anche perché si sono spinti un po’ troppo avanti per permettersi scivoloni.
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